Attualità

Prove Invalsi, Giannelli (Anp): “Divari territoriali diventano insostenibili. Troppi segnali di un malessere del Paese”

A poche ore dalla rilevazione dell’Invalsi sugli apprendimenti degli studenti per l’anno scolastico 2021/22, arriva il commento del presidente dell’Associazione Nazionale Presidi Antonello Giannelli:

“La pubblicazione delle RILEVAZIONI NAZIONALI DEGLI APPRENDIMENTI 2021-22 effettuate dall’INVALSI impone una riflessione molto seria sulla necessità di riformare la scuola. Se da una parte alcuni dati ci lasciano qualche margine di positività – vale a dire l’arrestarsi del crollo delle percentuali di apprendimento registrato lo scorso anno scolastico – è pur vero che ci sono tanti, troppi segnali rivelatori di un malessere che non può lasciare indifferente il Paese”. 

Continua Giannelli: “Se, dunque, possono accogliersi con favore la tenuta complessiva della scuola primaria, i buoni risultati di alcune regioni e il recupero significativo di altre su alcune delle aree disciplinari indagate, è ben diverso l’atteggiamento da tenere a fronte della drammatica fotografia restituita dagli esiti 2022. Infatti, nonostante il generalizzato rientro in presenza che, pure, ha contribuito a qualche lieve miglioramento, esplodono in tutta la loro virulenza i mali noti della scuola. Divari territoriali che stanno diventando insostenibili, una dispersione implicita che sembra annullare l’operato della scuola e, più in generale, una dispersione scolastica sempre meno arginata, alunni provenienti da contesti socio-economici svantaggiati che rivelano maggiori fragilità, sempre più difficoltà al meridione nel garantire condizioni di equità”.  

Conclude il presidente ANP: “Lo affermiamo da tempo: occorre puntare su una scuola che riveda profondamente i suoi paradigmi metodologici e valutativi. Solo ragionando in chiave formativa e dando piena attuazione a quella personalizzazione dei percorsi – ordinamentalmente prevista – indispensabile a garantire il successo formativo di ogni studente si potrà determinare un cambio di passo. Non a caso occorre prendere spunto dalla scuola primaria che tiene meglio della secondaria e che è stata interessata da una riforma nella valutazione di grande respiro ed efficace. Gli alunni vanno accompagnati, motivati e supportati con strumenti innovativi e rispondenti alle esigenze di un Paese che cambia”.  

Daniele Di Frangia

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