Come preannunciato, sulla questione delle prove Invalsi, i Cobas non intendono fare un passo indietro.
Anzi la nuova articolazione dell’azione di sciopero, inizialmente prevista per il giorno 8 maggio, è persino più estesa.
“I Cobas – si legge nel comunicato diramato nella giornata del 2 aprile – invitano docenti ed ATA a scioperare per l’intera giornata il 9 maggio alle elementari, il 10 maggio alle medie e il 15 maggio alle superiori, per protestare contro gli indovinelli Invalsi e l’imposizione di una scuola-quiz che immiserisce materialmente (con micidiali tagli di scuole e posti di lavoro, licenziamenti in massa di precari, blocchi degli stipendi e degli scatti di anzianità, furto di pensioni, drastica riduzione degli investimenti) e culturalmente l’istruzione, riducendola a misera infarinatura di nozioni general-generiche, testate con quiz, e trasformando i docenti in ‘fornitori di servizi educativi’ standardizzati e ‘produttori’ di manovalanza precaria e indifesa”.
Secondo i Cobas lo spostamento di data delle prove Invalsi per gli studenti delle superiori (dall’8 al 15 maggio) non è altro che una “furbata” organizzata dal Miur e dai “signori Invalsi” nel tentativo di depotenziare la protesta che sarà certamente più vivace nelle scuole superiori anche per l’apporto dei collettivi di studenti.
I Cobas ribadiscono anche che “i quiz Invalsi non sono obbligatori né per i docenti né per gli studenti e che nulla ha cambiato in tal senso la proditoria frasetta inserita assurdamente nel decreto semplificazioni che li giudica ‘attività ordinaria’: qualsiasi attività ‘ordinaria’ al di fuori delle lezioni e delle riunioni di collegi docenti e consigli di classe (ad es. gite scolastiche) va decisa dagli organi collegiali della scuola, non va svolta necessariamente in orario di servizio ed in ogni caso non configura obbligo né per docenti ed ATA né per studenti”.