Ala vigilia delle prove che coinvolgeranno poco meno di mezzo milione di studenti delle classi seconde della scuola superiore, arrivano i consigli di Roberto Ricci.
Si tratta del responsabile nazionale dei test Invalsi. Nella chat di Skuola.net Ricci è stato prodigo di suggerimenti: “È fondamentale il corretto uso del tempo – ha spiegato – affrontare prima le domande in cui ci sente tranquilli, saltando le domande più ostiche per tornarci in un secondo momento”.
Ma Ricci ha anche affrontato questioni di carattere più generale: “Le prove non nascono per dare un voto allo studente anche se, molto spesso, gli insegnanti danno più peso del dovuto alla prova solo per ‘costringere’ gli studenti a svolgere seriamente la prova. Sarebbe meglio che, nella correzione selezionassero le domande più vicine alle cose che fanno tutti i giorni in classe ed, eventualmente, utilizzare solo quelle per dare un voto”.
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“Lo scopo delle prove – ha spiegato Ricci – è quello di vedere a che punto sono gli studenti. E, se non dovessero raggiungere i livelli indicati a livello nazionale, di stimolare la scuola ad aiutarli nel percorso di crescita”.
Ed è per questo che boicottare serve a poco: “In questo caso il danno che si procura è principalmente per gli studenti, mancherebbero informazioni sui ragazzi. E anche i docenti avrebbero un dato in meno su cui ragionare per valutare i propri studenti. Non ci sarebbe nessuna conseguenza scolastica ma sarebbe un’occasione persa”.
Ricci ha poi ricordato che “ci saranno domande a risposta chiusa ma anche domande argomentative, in cui lo studente è chiamato a spiegare il ‘perché’ della sua risposta. Quesiti in cui, oltre al riconoscimento della risposta corretta, si vuole verificare la capacità di ragionamento”.
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