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Prove Invalsi, in migliaia di classi sarebbero saltate

Sarebbero migliaia le classi della scuola primaria dove lo sciopero del 7 maggio indetto dai Cobas, Unicobas e altre sigle sindacali ha impedito lo svolgimento della prima prova Invalsi, di italiano, del 2013. A riferirlo sono gli stessi sindacati di basi, con u comunicato all’insegna dalla soddisfazione per la piena riuscita dell’azione di protesta nei confronti dei test ministeriali, considerati nozionistici, privi di un reale progetto pedagogico e resi obbligatori ai docenti malgrado non fosse previsto nemmeno un euro per il loro lavoro extra.

“In migliaia di classi delle elementari – scrivono i Cobas, che hanno indetto altri due giorni di sciopero – le prove Invalsi sono saltate, grazie allo sciopero di tanti docenti e Ata ma anche alla sacrosanta decisione di molti genitori di tenere i figli a casa, evitando loro l’umiliante e distruttiva pratica quizzarola”.
Per i Cobas l’azione di disturbo può considerarsi riuscita. “Malgrado i pesanti interventi di molti presidi e degli ‘invalsiani’, nonostante le pressioni su docenti e Ata perché si piegassero alla presunta obbligatorietà dei quiz Invalsi e gli illegali tentativi di sostituzione del personale in sciopero o di ‘riorganizzazione’ del servizio, tradotta ammassando intere classi in un’aula per imporre gli indovinelli, la lotta contro la scuola-quiz e la scuola-miseria – afferma il leader dei Cobas, Piero Bernocchi – è oggi partita bene”.
Durante lo sciopero si sono svolte iniziative in molte città italiane. In particolare a Roma, davanti al Miur, “malgrado la pioggia battente, docenti, Ata, alunni e genitori hanno protestato contro i quiz e il Sistema di (s)valutazione delle scuole ma anche contro il furto di salario perpetrato ai danni dei lavoratori con il blocco dei contratti e degli scatti di anzianità, e hanno chiesto l’annullamento della deportazione dei docenti ‘inidonei’ e dell’espulsione degli Ata precari; l’assunzione dei precari su tutti i posti disponibili; la restituzione nella scuola del diritto di assemblea e di contrattazione per tutti”. “La ministra per precedenti impegni era a Napoli, dove ha dichiarato la sua disponibilità a discutere con docenti, Ata e studenti su come difendere e migliorare la scuola pubblica. Ci auguriamo dunque – afferma Bernocchi – di poterla incontrare per avviare tale discussione il 16 maggio, giorno in cui, durante lo sciopero delle superiori, effettueremo una nuova manifestazione al Miur”. Insomma, l’anno scolastico è agli sgoccioli, ma le proteste sono solo all’inizio. Considerando che al Miur – salvo inattese “sterzate”, ma non impossibili, da parte del nuovo Ministro – credono tantissimo in questo progetto di valutazione, il braccio di ferro si presuppone che durerà molto.

Alessandro Giuliani

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