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Prove Invalsi per i disabili: polemiche fuori luogo

La somministrazione delle prove Invalsi si è conclusa, fra le consuete e inevitabili polemiche, alcune comprensibili altre molto meno.
Come per esempio quelle relative alla partecipazione alle prove da parte degli alunni disabili.
In queste ultime settimane le proteste di siti,blog e movimenti di base si sono moltiplicate.
Il motivo ? Semplice: il Ministero e l’Invalsi avrebbero disposto che gli alunni con necessità educative speciali (e non solo i disabili, quindi) dovessero essere esclusi dalle prove.
In realtà le cose stanno in modo ben diverso e basta leggere la documentazione disponibile nel sito dell’Invalsi per rendersene conto di persona.
Le istruzioni fornite dall’Istituto sono chiare: “La decisione di far partecipare o meno (e se sì con quali modalità) gli alunni con certificazione di disabilità intellettiva (o di altra disabilità grave), seguiti da un insegnante di sostegno, alle prove INVALSI è rimessa al giudizio della singola scuola per il tramite del suo Dirigente”.
“Solo la scuola – si legge ancora nelle istruzioni – può conoscere la specificità di ogni situazione e valutare, quindi, la scelta più opportuna”.
Sempre secondo le indicazioni dell’Invalsi per gli alunni disabili si potevano adottare due soluzioni diverse: non far partecipare a una o a tutte le prove gli alunni con disabilità intellettiva o altra disabilità grave, impegnandoli nei giorni delle prove in un’altra attività oppure far partecipare a una o a tutte le prove SNV gli allievi con disabilità intellettiva o altra disabilità grave insieme agli altri studenti della classe (“purché sia possibile – precisa l’Invalsi – assicurare che ciò non modifichi in alcun modo le condizioni di somministrazione”)
Insomma l’esclusione degli alunni disabili o la loro partecipazione alle prove viene demandata del tutto alle decisioni autonome delle scuole.
Non si capisce davvero perché si debbano diffondere notizie scorrette e soprattutto non è chiaro perché si debba nascondere la possibilità, riconosciuta dallo stesso Invalsi, che le scuole decidano autonomamente. Il fatto è che l’autonomia comporta anche l’assunzione di responsabilità e questo, forse, preoccupa un po’.

Reginaldo Palermo

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