Prove Invalsi più rispondenti alle Indicazioni Nazionali e alle Linee Guida, piuttosto che prove “discontinue” con quello che normalmente si insegna e si apprende.
E’ questo l’accorato invito che la Mathesis, l’associazione degli insegnanti di matematica, rivolge all’Invalsi. E’ contenuto e argomentato nell’editoriale del n.2/2016 del Periodico di Matematiche ( su www.mathesisnazionale.it ) , che della Mathesis è l’organo di stampa. Un appello/proposta che, nell’ottica Mathesis, può concorrere, se realizzato, “a far percepire quelle prove annuali più vicine ai docenti, sintoniche alla progettazione della scuola, interpretative di mete fissate uguali per tutti sull’intero territorio nazionale [….]” e allo stesso tempo servire ad unire, a coinvolgere i docenti e far crescere nella scuola del Paese “uno spirito di condivisione e di partecipazione ad un confronto annuale, nazionale, sugli esiti dell’apprendimento”.
La proposta Mathesis nasce dall’analisi delle prove Invalsi che annualmente viene effettuata nel corso delle scuole estive per la formazione dei docenti. Una delle osservazioni da cui si parte è che gli eccessi non hanno mai fatto bene alla didattica che, viceversa, richiede, sempre, anche nel ricorso alla discussa contestualizzazione, una giusta misura. Ad esempio: Orari e fermate di autobus, cunei di legno e porte aperte, irrigatori, negozi di elettrodomestici, music-card, squadre di calcio, ristoranti e menù completi a prezzo fisso, prezzi della benzina e del gasolio, laghi e loro caratteristiche fisiche, vasetti di yogurt, raccolta differenziata dei rifiuti, voti di laurea, mollette e teli da stendere, percorsi di mappe e distributori di benzina tutti insieme a riempire il test della prova nazionale 2016 di quella che una volta si chiamava licenza media e oggi è solo esame conclusivo della scuola secondaria di primo grado, costituiscono un’autentica esagerazione!
I cambiamenti ci devono pur essere, ma vanno calibrati, graduati e soprattutto ponderati. Per la matematica la tendenza a proporre testi “nuovi” e “discontinui” può creare più danni che vantaggi e lo stesso sta avvenendo attraverso l’ampio spazio dato dall’Invalsi ai quesiti di “argomentazione e di rappresentazione di strategie risolutive poiché essi si riferiscono ad ambiti di competenza strategici”. Ecco dunque la proposta tecnica: si cominci a dare ampio spazio a quesiti più “prevedibili” e “attesi”, “proposti con più semplicità e immediatezza, con meno circonlocuzioni grafiche e verbali, con meno articolazioni e sotto-articolazioni, con più umiltà e spirito di servizio. Quesiti non lunghi, nè fastidiosi che non disdicono di proporre un semplice calcolo, il significato di una espressione aritmetica o algebrica, la soluzione di un’equazione, l’invarianza di un rapporto, il quadrato di un binomio, l’individuazione e l’esplicitazione di una proprietà”.
L’editoriale si chiude con l’augurio che già l’appuntamento delle prove nazionali 2017 sia un forte e chiaro segnale di cambiamento.