Alla vigilia della terza tornata di somministrazioni delle prove Invalsi, dopo la primaria e le medie tocca alle superiori (ma solo le seconde classi), i Cobas tornano all’attacco del sistema di valutazione su cui ha puntato l’amministrazione scolastica: l’organizzazione sindacale conferma infatti lo sciopero “contro la scuola-quiz e gli indovinelli Invalsi” e, con l’occasione, torna a chiedere a gran voce il ritiro dei contestati test.
Stavolta alla protesta dei comitati di base, ma anche dell’Unicobas, si aggiungerà quella delle associazioni studentesche. “Il 16 maggio si svolgeranno in tutta Italia una cinquantina di iniziative e in particolare a Roma – ha detto il leader dei Cobas, Piero Bernocchi – manifesteremo davanti al ministero. In questa occasione ci auguriamo che la neoministra Carrozza accetti di incontrare una delegazione Cobas”.
La protesta servirà anche a verificare, ha aggiunto Bernocchi, “se esiste una reale disponibilità non solo a un generico confronto ma soprattutto alla modifica di quanto di distruttivo la pratica dei quiz ha già introdotto nella scuola: modifica che dovrebbe portare alla eliminazione dei quiz dall’esame di terza media, alla rinuncia a introdurli anche all’esame di Maturità e a una conferma ufficiale sulla non-obbligatorietà dei quiz nelle scuole, restituendo ai Collegi docenti la piena decisionalità in merito a una loro eventuale effettuazione”.
Martedì 14 maggio, intanto, si sono svolte le prove anche nelle prime classi delle medie: “altre migliaia di classi dopo quelle elementari – sostiene il sindacalista dei Cobas – non si sono prestate ai distruttivi indovinelli Invalsi”. Bernocchi ha avanzato anche la richiesta di eliminare dall’esame di terza media la prova nazionale messa a punto dall’Istituto di valutazione.