I nostri nonni dicevano: “Vai a scola ca t’insignanu adducazione”. La parola “adducazione” con la doppia “d” della pronuncia dialettale siciliana significava tutto quello che oggi si chiama “istruzione e formazione”, “contenuti e competenze”, buon comportamento, galateo che a scuola corrisponde alla “condotta”, significa anche orientamento e successo formativo, in quanto la scuola è utile e indispensabile, essendo orientata non alla semplice trasmissione di nozioni, bensì alla formazione integrale dell’uomo e del cittadino.
Tutto ciò in parte la scuola l’ha fatto, ma non sempre in maniera sistematica e organica.
Le carenze di conoscenze dell’ordinamento dello Stato e dei diritti e doveri del cittadino, la frequenza degli atti vandalici e d’inciviltà, da parte dei giovani che vivono senza regole, e agiscono senza pensare, rivelano un vuoto educativo e di conoscenze che ora s’intende colmare con la reintroduzione di 33 ore di Educazione Civica e, anche se in maniera trasversale, l’assegnazione di un voto finale dovrebbe stimolare e valutare tale impegno di cittadinanza attiva e responsabile.
Nell’art. 2 si indica come data di avvio di tale insegnamento “il 1° settembre del primo anno scolastico successivo all’entrata in vigore della presente legge” e pertanto tutto dovrebbe essere rinviata all’anno scolastico 2020-2021.
In attesa che il Ministero individui una soluzione amministrativa: l’ipotesi più probabile è che per il 2019/20 le scuole vengano invitate ad aderire ad una sorta di sperimentazione nazionale, nell’esercizio attivo dell’autonomia didattica.
Ecco quindi che i primi Collegi Docenti individueranno tra le “funzioni strumentali” la nomina del docente “Coordinatore dell’Educazione Civica”.
Un compito nuovo, impegnativo che sarà sostenuto da un particolare percorso di formazione, unico beneficio economico: 4 milioni già esistenti per la formazione, come già disposto dalla legge 107/2015. L’introduzione dell’insegnamento dell’Educazione Civica è stata pensata e approvata “senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica” e senza alcun aumento di organico.
Il Coordinatore, specie negli istituti comprensivi, avrà cura di costituire uno staff di cooperazione per la progettazione dei contenuti didattici nei diversi ordini di scuola: dell’infanzia, primaria e secondaria.
Per le scuole superiori anche la diversità d’indirizzi di studi sollecita una cooperazione multipla di docenti nel gruppo o staff del Coordinatore dell’Educazione Civica, al fine di diversificare i percorsi didattici delle classi nell’anno di sperimentazione.
I contenuti da proporre, strutturare e diversificare nell’articolazione del percorso didattico delle 33 ore di Educazione Civica trasversale sono elencati nell’articolo 3 della legge, che indica le tematiche e gli obiettivi di apprendimento e lo sviluppo delle competenze cui è indirizzato l’insegnamento sistematico e graduale dell’Educazione Civica:
a) Costituzione, istituzioni dello Stato italiano, dell’Unione europea e degli organismi internazionali; storia della bandiera e dell’inno nazionale;
b) Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 25 settembre 2015;
c) educazione alla cittadinanza digitale;
d) elementi fondamentali di diritto, con particolare riguardo al diritto del lavoro;
e) educazione ambientale, sviluppo eco-sostenibile e tutela del patrimonio ambientale, delle identità, delle produzioni e delle eccellenze territoriali e agroalimentari;
f) educazione alla legalità e al contrasto delle mafie;
g) educazione al rispetto e alla valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni;
h) formazione di base in materia di protezione civile.
Il comma 2 integra i contenuti disciplinari elencando anche: l’educazione stradale, l’educazione alla salute e al benessere, l’educazione al volontariato e alla cittadinanza attiva ed una particolare sottolineatura al senso del “rispetto nei confronti delle persone, degli animali e della natura”.
In riferimenti a tali contenuti il comma 1 dell’art.3 stabilisce che il Ministero dovrà emanare apposite linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica, in coerenza con le Indicazioni nazionali per il curricolo dei diversi ordini di scuola.
Inoltre nell’art. 4 viene ribadita la necessità di curare in tutti gli ordini di scuola la conoscenza e lo studio della Costituzione, in considerazione anche che il 75% degli studenti di maturità hanno dimostrato scarsa conoscenza della “grammatica istituzionale dello Stato” e nell’art. 5 s’introduce il “capitolo” dell’educazione alla cittadinanza digitale.
Significativo il comma “c”, dove si legge: “informarsi e partecipare al dibattito pubblico attraverso l’utilizzo di servizi digitali pubblici e privati;…. conoscere le norme comportamentali da osservare nell’ambito dell’utilizzo delle tecnologie digitali e poi ancora creare e gestire l’identità digitale, tutelare i dati che si producono, ….rispettare i dati e le identità altrui, evitare i rischi per la salute, prevenire il bullismo e il cyberbullismo”.
Il 12 agosto il Ministro Bussetti ha firmato il decreto con cui vengono stanziati 20 milioni di euro per attivare laboratori innovativi in 1000 scuole di tutta Italia, utilizzando il
kit multimediale “Stop Cyberbullismo”: predisposto dal Dipartimento per le politiche della famiglia.
Tutte queste tematiche sollecitano da parte dei docenti una preparazione e una formazione specifica e anche questa è Educazione Civica.
La trasversalità dell’insegnamento dell’Educazione civica sollecita non solo la cooperazione di tutti i docenti, ma investe anche la cooperazione e la collaborazione con le famiglie e come si legge nell’art. 7 si propone di integrare il “Patto educativo di corresponsabilità” che viene esteso anche alla scuola primaria.
“Nelle scuole del primo ciclo – precisa il comma 4 art.2 – l’insegnamento trasversale dell’educazione civica è affidato, in contitolarità, a docenti sulla base del curricolo di istituto”.
Le indicazioni di n.33 ore annuali corrispondono all’insegnamento di un’ora la settimana nell’ambito del monte orario obbligatorio previsto dagli ordinamenti vigenti, ma si potranno anche organizzare moduli o pacchetti orari a beneficio di un apprendimento efficace.
E’ previsto l’avvio d’iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza responsabile nella scuola dell’infanzia, magari “studiando” i colori della bandiera, imparando le parole dell’inno nazionale, i simboli della Repubblica, le norme di igiene, di galateo, di comportamento civile, di sana alimentazione, tematiche che già a scuola vengono proposte nei diversi ambiti disciplinari come avviene nella scuola primaria.
Quel che potrebbe ritenersi innovativo e funzionale al progetto didattico dell’Educazione Civica è un percorso tematico strutturato e graduato per classi e per livelli .
I docenti sono bravi a “saper scrivere dritto su righe storte” e ancora una volta sono chiamati a mettere in moto un’azione intelligente e cooperativa per il bene dei propri studenti.
“Qui si parrà la tua nobilitate”, docente coordinatore di scuola primaria nel riuscire a scalettare i 33 interventi annuali sviluppando i diversi ambiti di “educazione”: ambientale, stradale, salute, igiene, legalità.
Pianificare le tematiche per classe, compito connesso alla programmazione didattica, non è un lavoro aggiuntivo, ma sarà compito del Coordinatore estrapolare dalla programmazione le tematiche confluenti al percorso didattico dell’educazione civica.
Il medesimo esercizio si potrà riproporre per la scuola secondaria di primo grado, dove i docenti delle singole discipline individuano degli argomenti specifici disciplinari e li fanno confluire nel progetto.
E’ stato proposto da alcuni di assegnare a ciascun docente 3 ore da dedicare ai temi dell’educazione civica. Non sono argomenti estranei ai contenuti didattici, ma diventano arricchimento culturale delle tematiche che fanno parte del programma curriculare e indirizzato ad uno specifico intervento formativo, capace di coniugare nozioni teoriche e prassi operativa per un comportamento civico responsabile e consapevole.
Ecco la bozza di una proposta di tematiche da integrare e completare nella gradualità del percorso triennale per la scuola secondaria di primo grado.
Tali contenuti vengono poi sviluppati nella gradualità del triennio di scuola secondaria di primo grado mediante percorsi tematici per le classi prime, seconde e terze.
Nelle scuole dove si attiva il progetto didattico del Consiglio Comunale dei Ragazzi molti degli elementi teorici vengono vissuti e applicati attraverso un “imparare facendo” e gli studenti che esercitano l’elettorato attivo e passivo (seconda classe) saranno meglio avvantaggiati in tale percorso formativo.
Il comma 4 dell’art. 2 della legge 92 esplicita che: “Nelle scuole del secondo ciclo la materia è affidata “ai docenti abilitati all’insegnamento delle discipline giuridiche ed economiche, ove disponibili nell’ambito dell’organico dell’autonomia”.
Per la scuola secondaria di secondo grado, appunto, dove è presente un docente di discipline giuridico ed economiche il piano organizzativo potrà avere una diversificata articolazione e gli altri insegnanti potranno essere di supporto con alcuni contributi storici, letterari e scientifici.
Coordinatore sarà appunto un docente di Diritto, come tante volte richiesto dall’APIDGE (associazione professionale dei docenti di discipline giuridiche ed economiche) risorsa preziosa per la scuola e spesso mal utilizzata, in quanto facendo parte dell’organico di potenziamento, sono stati assegnati alle ore di supplenza o al sostegno anche senza titolo.
Nel compito di coordinatore e di docente esperto della disciplina si valorizza una professionalità ed una competenza specifica a servizio di tutti gli studenti.
Per una maggiore efficacia didattica si potrebbero prevedere degli interventi per classi parallele con l’esercizio di schede di verifiche e valutazione personalizzata.
L’azione del Coordinatore è importante in quanto per superare la formale “trasversalità” che tale insegnamento appartiene a tutti, ma non lo impartisce nessuno o che ci siano dei docenti sensibili e volenterosi che trattano nell’ambito delle loro lezioni le tematiche di cittadinanze ed altri non se curano, sarà sua cura assicurare e garantire che tutti gli alunni, di tutte le classi possano fruire delle nozioni e dei valori dell’educazione civica.
In occasione della valutazione intermedia sarà cura del Coordinatore registrare le attività svolte per singola classe con le indicazioni delle tematiche trattate e le indicazioni valutative circa la partecipazione e l’impegno di studio dei singoli studenti in vista della definizione del voto finale da registrare in pagella.
Come ha dichiarato nel corso del dibattito parlamentare l’on. Gabriele Toccafondi (Gruppo Misto), ex sottosegretario al Miur nel governo Gentiloni, “la quadratura del cerchio viene demandata alla bravura di un Coordinatore che dovrebbe tirare le fila di lezioni e interventi didattici che potrebbero anche essere distribuiti fra tutte le discipline (e ricavarne un voto unico in pagella”.
Tutto ciò potrà sembrare anomalo, ma appare il modo migliore per sviluppare un progetto che risponde ad un bisogno formativo degli studenti, in maniera organica e sistematica.
Magari il prossimo Governo, dopo tale sperimentazione si convincerà di renderlo insegnamento autonomo e aggiuntivo, ma sarà sempre necessaria un’azione interdisciplinare di contenuti e di competenze.
Il Coordinatore, inoltre, a conclusione dell’anno di sperimentazione, presenterà al Collegio Docenti una relazione finale, evidenziando i traguardi conseguiti e le eventuali “debolezze” e vuoti da colmare. L’articolato piano realizzato nel corso dell’anno dovrebbe pervenire al Ministero per contribuire anche attraverso esperienze realizzate sul campo, alla definizione delle linee guida a servizio e a vantaggio di tutta la scuola italiana.
E’ previsto, infatti, all’art.11 della legge la presentazione di una relazione con cadenza biennale alle Camere da parte del Ministro “anche nella prospettiva di eventuali modifiche”.
Come viene indicato nell’art.10 le migliori esperienze e l’articolazione dei progetti innovativi saranno presentate al Ministero e inserite nell’Albo delle buone pratiche di educazione civica”, partecipando ad un concorso nazionale.
Si diventa così non solo esecutori di compiti e mansioni, ma veri protagonisti e costruttori di un bene sociale e culturale per le giovani generazioni; si colma un vuoto culturale e si restituisce ai giovani la consapevolezza del valore di Patria, del senso dello Stato, del Bene comune, dell’essere cittadini attivi e responsabili.
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