Nei giorni scorsi le Associazioni Anp (Dirigenti e alte professionalità della scuola), Diesse (Didattica e innovazione scolastica), Apef (Associazione professionale europea formazione), Anvi (Associazione nazionale collaboratori vicari), Addoc (Associazione nazionale dirigenti e docenti comandati) hanno inviato una lettera aperta al Governo, ai parlamentari, ai responsabili di partito, in cui vengono denunciati "i molti profili di illegittimità ed i vuoti normativi (dovuti alla mancata ripresa di precedenti norme contrattuali) che si registrano nella preintesa sul CCNL del comparto Scuola".
Ricordiamo che l’intesa è stata siglata dai sindacati confederali e dallo Snals, mentre la Gilda degli Insegnanti e i Cobas hanno abbandonato le trattative.
La lettera aperta ha avuto, evidentemente, lettori attenti. L’Agenzia Ansa riporta, in data 11 giugno 2003, la dichiarazione di Ferdinando Adornato, presidente della commissione Cultura della Camera: ‘‘L’esigenza della definizione di un nuovo stato giuridico degli insegnanti, posta con la lettera aperta delle Associazioni rappresenta il giusto corollario al quadro delle riforme in atto nella scuola. Si tratta di un provvedimento urgente e indifferibile”.
”La maggioranza – ha proseguito il Presidente della commissione Cultura – sta preparando un testo di legge che ridisegna completamente la struttura della professione individuando i profili più idonei all’attuazione della riforma Moratti, e alla piena realizzazione della scuola dell’autonomia”.
”La discussione in commissione – ha concluso Adornato – inizierà nelle prossime settimane e spero quindi che entro l’anno gli insegnanti italiani possano contare su una nuova legge che dia loro la valorizzazione professionale che da anni, giustamente, chiedono”.
Le dichiarazioni di Adornato sembrano essere risultate indigeste ai sindacati Cgil, Cisl, Uil e Snals che, senza perdere tempo, hanno inviato ai dirigenti scolastici una lettera unitaria (riportata dall’Ansa il 13 giugno 2003), in cui spiegano la validità del Contratto siglato "da tutto il sindacalismo democratico, che punta alla crescita della scuola italiana basata su maggiori investimenti, maggiore flessibilità, maggiore democrazia, riconoscimento di una più alta professionalità dei suoi operatori.
Non ha invece prevalso, secondo i sindacati firmatari della lettera, la visione, interpretata dall’Aran, su mandato del Governo, "che si può definire di modernizzazione anacronistica, basata sulla riduzione, ancor di più di quanto già non si stia facendo, degli spazi dell’autonomia, sul ritorno al rapporto impiegatizio da stato giuridico, sulla confusione delle competenze dei soggetti e degli organismi".
Come si intuisce, lo scontro fra dirigenti e sindacati è appena agli inizi.
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