Il comunicato sindacale unitario di richiesta di apertura del tavolo contrattuale ha tutta l’aria di una vera e propria “prova tecnica” di riconciliazione delle diverse anime presenti oggi nel mondo della scuola.
Impegnativa (ma neppure troppo) la conclusione del comunicato: i sindacati, dopo aver annunciato di essere stati invitati a partecipare alla Conferenza nazionale della scuola che si terrà probabilmente nel prossimo mese di ottobre, aggiungono anche che faranno “una valutazione complessiva delle misure adottate dal Governo” anche per decidere “l’avvio di eventuali iniziative sindacali di mobilitazione”.
Se si considera che ancora fino a qualche giorno fa la Flc-Cgil (e in parte anche la FGU-Gilda) minacciava scioperi quasi immediati e che la Uil-Scuola sosteneva che non avrebbero proclamato sciopero nei primi giorni di scuola solo per non danneggiare eccessivamente alunni e famiglie, è abbastanza chiaro che questo comunicato rappresenta un mezzo passo indietro di una parte almeno dello schieramento sindacale.
La sensazione che si ha (ma potrebbe essere solo una percezione dovuta ad una lettura non particolarmente attenta del documento) è che in questa fase stia “vincendo” una linea morbida e di attesa.
I motivi ?
Da un lato c’è sicuramente il timore generale che un eventuale sciopero raccolga una modesta adesione, dall’altro potrebbe esserci un ripensamento da parte della Flc-Cgil che, forse, è anche stanca di trovarsi isolata dagli altri sindacati.
Senza considerare il fatto che nella stessa Cgil l’idea di scioperare contro un governo considerato “amico” o quanto meno non nemico non è mai piaciuta troppo.
Quanto alle altre considerazioni contenute nel documento, è di tutta evidenza che i sindacati non possono non rivendicare l’apertura del tavolo della trattativa anche se sanno benissimo che sulla parte economica ci sarà poco (anzi nulla) da discutere visto e considerato che il blocco degli stipendi e dei contratti è ormai legge dello Stato.