La notizia che abbiamo dato ieri, e che ha fatto pure infuriare il Codacons, sta facendo il giro di tutti i giornali della Nazione: non basta più il curriculum per candidarsi a ottenere un posto da insegnante, ora serve pure un video non a mezzo busto ma a figura intera.
Anche il Fatto Quotidiano riprende la notizia: a chiedere una sorta di “provino”, come una vera e propria agenzia pubblicitaria, sono i dirigenti di due scuole toscane: Alessandro Giorni dell’istituto comprensivo “Pier Cironi” di Prato e Margherita De Dominicis della scuola “Anna Frank” di Pistoia.
Scrive il Fatto: “I due capi d’istituto, impegnati in questi giorni a selezionare i docenti secondo le linee guida del ministero dell’Istruzione, hanno pensato di chiedere ai professori che si candideranno nelle loro scuole anche una presentazione da fare via Youtube, Vimeo o con altri servizi online. Individuati i requisiti come dettato dalle linee guida, hanno pubblicato sul sito della scuola l’avviso di disponibilità dei posti nell’organico specificando nero su bianco la singolare richiesta: “Alla mail deve essere allegato un video di due minuti massimo di durata, con ripresa a figura intera, in cui il candidato/a si presenta e illustra in sintesi le motivazioni della candidatura”.
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A dire il vero la professoressa De Dominicis usa il verbo potere (“può essere allegato un video”), mentre il preside Giorni sfoggia il verbo dovere.
In ogni caso la faccenda ha fatto scattare, da parte dell’ufficio scolastico regionale della Toscana un approfondimento su mandato del ministro Stefania Giannini e in viale Trastevere la notizia sembra aver fatto rizzare i capelli ai dirigenti.
“Abbiamo dato indicazioni – commentano i vertici del ministero – precise alle scuole che prevedono anche l’interazione a distanza tra docente e dirigente ma sarebbe meglio che questa comunicazione fosse tale. Va bene il confronto via Skype mentre il video appare poco funzionale ai fini della scelta di un docente”. La stessa Giannini si è stupita della nota fatta dai due dirigenti e si sta interessando al caso.
“L’esame del corpo dei docenti potrebbe creare disparità di trattamento con docenti di sesso femminile e di bell’aspetto preferite a colleghi uomini”, o viceversa aggiungiamo noi.
Dal canto loro, scrive Il Fatto, i dirigenti delle due scuole hanno tentato di spiegare la scelta motivandola con la necessità di fare un colloquio in pochi giorni, ma dopo che si è sollevato il polverone si sono trincerati dietro il silenzio stampa. Stamattina nessuno dei due era presente a scuola ed è stato impossibile rintracciarli. Intanto l’onorevole Marco di Lello, ex Partito Democratico passato al “Movimento PPA- Moderati” ha annunciato un’interrogazione al ministro dell’Istruzione.
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