Con l’approvazione del d.lgs. n.75/17, noto come Decreto Madia, è stato modificato il quadro delle sanzioni disciplinari applicabili al personale della scuola, con tali modifiche è aumentato il contenzioso all’interno delle scuole e si sono moltiplicati i casi di Dirigenti scolastici che aprono, anche per motivi futili, il provvedimento disciplinare contro i docenti.
Se i licenziamenti a scuola sono aumentati del 66% nell’ultimo biennio, l’avvio di provvedimenti disciplinari ha fatto registrare, dall’entrata in vigore del decreto Madia, un aumento esponenziale del contenzioso tra Dirigenti scolastici e docenti.
Ultimamente abbiamo raccontato di due casi di contenzioso a scuola, uno in Sicilia e l’altro in Piemonte, che hanno avuto dei risvolti di acrimonia eccessiva da parte dei Dirigenti scolastici nei confronti dei docenti a cui è stato rivolta la contestazione di addebiti.
Il caso di una docente siciliana, colpevole, secondo la contestazione di addebiti della sua Dirigente scolastica, dell’utilizzo improprio del canale social Facebook.
La Ds ha ritenuto che alcuni post pubblicati in novembre 2019 dalla docente, abbiano denigrato il personale della scuola e siano stati lesivi dell’immagine dell’Amministrazione. I post in questione, a giudizio di molti sindacalisti che li hanno visionati, non solo non sono stati scritti dalla docente ma rappresentavano soltanto una critica ironica dell’autonomia scolastica e delle conseguenti relazioni tra le varie componenti della comunità educante. La Ds ha proceduto con il procedimento disciplinare e addirittura in un secondo momento, una Radio siciliana, intervistando il Presidente ANP territoriale, ha messo in pubblica piazza, facendo un vero e proprio processo mediatico, la vicenda della professoressa, della dirigente scolastica e di tutta la comunità educante.
All’interno della scuola circola anche un documento che vorrebbe acquisire firme contro la docente per avere diffamato la scuola per avere semplicemente condiviso un post ironico, sembra un racconto surreale invece è la pura realtà. Sembrerebbe il tentativo persecutorio per punire una docente che probabilmente non risulta simpatica alla Dirigente scolastica.
In Piemonte c’è il caso di una dirigente scolastica che utilizza con molta facilità gli avvertimenti scritti e l’avvio di procedimenti disciplinari. Una docente di lettere che ha denunciato a questa Preside di un Istituto di Istruzione Superiore del Piemonte comportamenti gravissimi degli studenti, che sono arrivati anche a usare violenza nei confronti di alunni disabili e ad insultare i docenti, è stata costretta, per le pressioni psicologiche a chiedere trasferimento in altra scuola per uscire da un incubo. In buona sostanza la Dirigente non prendeva mai provvedimenti disciplinari contro gli studenti, ma colpevolizzava i docenti di non sapere fare il loro lavoro ed apriva provvedimenti disciplinari contro gli insegnanti che mettevano le note sul registro.
La docente di lettere, oggi che ha cambiato scuola, si trova molto bene nella nuova realtà scolastica ed ha richiesto accesso agli atti di alcune vicende che hanno riguardato la sua vicenda professionale dell’anno prima. Ebbene la Dirigente scolastica piemontese non ha consegnato nessun atto richiesto alla docente, ritenendo che la docente non ne abbia diritto.
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