Pubblichiamo un contributo del PSI scuola, a firma di Luca Fantò, sulle manifestazioni svolte domenica 21 marzo in tutta Italia, a favore delle lezioni in presenza:
Ogni scuola che chiude rappresenta l’ammissione di una sconfitta.
In questo fine settimana, in tutta Italia si susseguono le manifestazioni di docenti, genitori e alunni affinchè terminino le lezioni in Dad, si riaprano le scuole, si troni alla didattica in presenza.
Il PSI da tempo sta chiedendo di tenere aperte le scuole e concentrare sforzi e risorse sul trasporto pubblico locale e sui controlli davanti agli Istituti scolastici e alle fermate degli autobus. I nostri ragazzi stanno pagando il prezzo altissimo dell’incapacità di agire in tempo tempestivo e coordinato di molti Enti Locali.
E’ purtroppo inevitabile rilevare come sulla chiusura delle scuole non ci sia stata alcuna discontinuità tra il Governo Draghi e i governi precedenti e preoccupano le dichiarazioni del nuovo segretario del PD che parla di ritorno alla normalità con lezioni in presenza al 50%.
La Didattica a distanza aumenta il divario tra giovani. Annichilisce ogni motivazione esasperando la dispersione scolastica, diminuisce nei ragazzi la percezione dell’importanza dello studio, obbliga i più piccoli a snervanti sessioni di lavoro davanti al computer.
Tutto ciò è inaccettabile e se era giustificabile con la salvaguardia della salute all’inizio della pandemia, ora, dopo il lavoro estivo del personale scolastico che ha messo in sicurezza le scuole, non può più essere accettato.
Ogni scuola che chiude è un’ammissione di sconfitta da parte di chi i territori pretende di gestire senza, evidentemente, saperlo fare efficacemente.
Queste due settimane di Dad devono essere le ultime, si torni alla scuola in presenza!
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