I contenuti del Decreto sul reclutamento e la formazione non sono soddisfacenti e in alcuni casi contrastano nettamente con quanto sostenuto dal PSI nelle sue battaglie per la scuola pubblica.
L’approvazione del testo senza sostanziali modifiche indebolirebbe il sistema scolastico.
Diverse le criticità nel testo.
Non è previsto un vero piano per risolvere il precariato che anzi viene oberato da contorti percorsi formativi per arrivare al ruolo; sono previsti importanti tagli all’organico di diritto; è prevista la riduzione degli importi della carta docente, strumento che andrebbe invece esteso a tutti i precari con supplenze annuali.
Sono quindi necessarie alcune modifiche che puntino a:
- salvaguardare la “Carta docente” eliminando ogni riferimento all’art 1, comma 123 della legge 13 luglio 2015 n. 107;
- permettere agli studenti universitari di acquisire i 60 CFU durante il percorso di studi e non in maniera aggiuntiva;
- eliminare o quantomeno calmierare eventuali costi aggiuntivi per ottenere i CFU;
- considerare i precari con 36 mesi di servizio come già in possesso dei 60 CFU dando loro la possibilità di accedere ai concorsi e, qualora risultassero vincitori, di poter entrare in ruolo al termine dell’anno di prova e senza ulteriori percorsi formativi;
- eliminare i quesiti a risposta multipla o semistrutturata e sostituendoli con quesiti a risposta aperta;
- riflettere sull’opportunità di concorsi almeno biennali;
- far passare il principio, relativamente alla formazione dei docenti già in ruolo, che ogni ora di attività formativa al di fuori delle ore già previste dal CCNL deve essere retribuita senza ricorrere a compensi forfettari.
Infine, riteniamo vitale desistere dal taglio dell’organico di diritto. Sebbene sia previsto un calo di alunni nei prossimi anni, la differenza tra organico di diritto e organico di fatto è tale, che un taglio dei docenti accrescerebbe il disagio scolastico, l’abbandono scolastico e incrementerebbe il precariato e impedirebbe la continuità didattica.
Il PSI ribadisce che sulla scuola pubblica non è possibile risparmiare ma che è necessario investire poiché investire sulla scuola è investire sulla qualità della vita di tutti i cittadini.
Luca Fantò
Referente nazionale PSI scuola, università e ricerca