Dopo i due anni di pandemia la didattica a distanza non è la sola novità che potrebbe essere rimessa in discussione; anche sul fronte dell’introduzione della figura stabile dello psicologo a scuola, legittimata dall’accordo tra il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e l’ordine degli psicologi, si potrebbero fare dei passi indietro. Una preoccupazione sollevata anche dal presidente CNOP David Lazzari al convegno organizzato dall’Ordine degli Psicologi del Molise avente come tema proprio la psicologia scolastica.
“La pandemia ha solo amplificato un bisogno palese da tempo e siamo arrivati a vedere i ragazzi occupare le scuole anche per rivendicare una scuola diversa e un aiuto psicologico – ha dichiarato il presidente Lazzari -. Devo dire che il Ministro Bianchi aveva chiesto l’aiuto di esperti, tra i quali il sottoscritto e la prof. Lucangeli, per arrivare a stabilizzare la psicologia nella scuola, garantendo a tutto il sistema questo servizio dopo la fase di emergenza. L’interruzione della legislatura ha per ora bloccato questo passaggio”.
Ma la speranza è l’ultima a morire. Il presidente dell’ordine degli psicologi infatti aggiunge: “Tuttavia nei programmi delle forze politiche, nei messaggi che ci stanno giungendo in risposta al nostro appello ai partiti c’è un impegno trasversale per arrivare a questo obiettivo. I bisogni psicologici devono essere patrimonio di tutta la politica. Soprattutto quando si tratta di investire su bambini e adolescenti, che sono il nostro futuro”.
“Dopo il successo e i risultati del protocollo tra Ministero dell’istruzione e Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, con il Ministro Patrizio Bianchi eravamo sul punto di stabilizzare la Psicologia nella Scuola – ci ricorda David Lazzari -. Il protocollo tra CNOP e Ministero avviato nel 2020 ha coperto due anni scolastici con stanziamenti dedicati per oltre 60 milioni di euro. Il monitoraggio fatto dal Ministero sulla scuola ha consegnato una soddisfazione media molto elevata (4,5 su 5) per tutte le attività svolte dagli Psicologi nel 75% degli istituti italiani“.
“Una esperienza – ha concluso – che ha dimostrato a tutti la necessità della presenza di professionalità psicologiche nella scuola, con competenze specifiche, al servizio di tutto il sistema, studenti e famiglie, dirigenti e docenti. Per promuovere risorse psicologiche, prevenire le forme di disagio e intercettare validamente le situazioni che meritano attenzione, facendo rete con i servizi consultoriali e quelli per la cura dei disturbi nel Sistema sanitario nazionale”.
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