Egregio direttore, mi permetta una replica a vostro articolo sullo psicologo scolastico.
La questione degli psicologi nella scuola è molto rilevante, alla luce delle numerose difficoltà che attraversa il corpo docente sia nell’instaurare buone relazioni con gli alunni, sia nell’affrontare situazioni di forte disagio personale di alcuni ragazzi e degli alunni fra loro.
La molteplicità delle problematiche che afferiscono al sistema scuola non sono e non possono essere risolvibili assumendo uno o anche più psicologi , così come nessun docente con superpoteri può fare fronte a una tale complessita’ di situazioni. Bisogna entrare nell’ordine delle idee che a situazioni complesse bisogna attivare risorse complesse, competenze sinergiche e integrate.
Negli anni 80 esistevano le equipe socio psicopedagogiche, formate da assistenti sociali, medico, psicologo, pedagogista o educatore, fisioterapista, assistente sociosanitario, che si occupavano in modo integrato dell’inserimento scolastico del bambino con varie problematiche . Dal confronto si perveniva ad una diagnosi funzionale e ad un progetto personalizzato che prevedeva verifiche e aggiornamenti.
Prevedere la presenza di un’equipe multidisciplinare nella scuola, aprirebbe il dialogo sulle molteplici tipologie di approccio nonché al confronto dialogico indispensabile per tutte le molteplicità di situazioni.
Sicuramente i docenti dovrebbero essere formati sul piano pedagogico e psico-relazionale, anche se non possono farsi carico di tutte le condizioni di disagio giovanile che si prospettano nelle loro classi; non dimentichiamo che la “mission” del docente è la trasmissione delle conoscenze e che, ancora prima dell’ascolto, c’è l’instaurarsi di un patto relazionale tra chi parla e chi ascolta.
Isabella Di Giovanna, psicologa
www.prolifeinsieme.it
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