Politica scolastica

PSP: NO a Giuliano nuovo ministro dell’Istruzione

Stop dei Partigiani della Scuola Pubblica all’ ipotesi di Salvatore Giuliano come nuovo mnistro dell’Istruzione.

NO a Giuliano, senza se e senza ma

La presa di posizione dei PSP non potrebbe essere più netta:  “Nessuna affermazione e rettifica può cancellare il recentissimo passato del candidato Ministro alla Pubblica Istruzione.  I Partigiani della Scuola Pubblica, che hanno fatto della lotta alla legge 107 la loro bandiera, esprimono totale sfiducia nei confronti del futuro Ministro designato, il ds Salvatore Giuliano, di cui certo non si negano competenze e capacità, ma si mette in forte dubbio l’empatia con il personale scolastico e la volontà di risolverei problemi della Scuola, generati dalla riforma renziana”

“I Partigiani – si legge nel loro comunicato – avevano apprezzato il programma del Movimento 5 Stelle, sono delusi dalla scelta del candidato Ministro e invitano il Movimento a tornare sui propri passi, scegliendo fra chi ogni giorno è in prima linea nel portare avanti il delicatissimo impegno professionale scolastico e prova sulla propria pelle le difficoltà del ruolo di insegnante”. 

Ritornerà il nome di Bianca Laura Granato?

E’ molto probabile che, con questa dichiarazione, i PSP, presenti soprattutto in Calabria, vogliano in qualche modo rilanciare la candidatura di Bianca Laura Granato, insegnante di Catanzaro che qualche giorno fa era stata indicata come possibile futuro Ministro.
“Gli apprendimenti degli alunni – aggiungono ancora i PSP – devono essere al centro di qualunque progetto educativo, ma devono essere imprescindibili dalla dignità di persone e futuri cittadini consapevoli. Essere all’avanguardia nel settore digitale, per il futuro Ministro, non è qualità sufficiente a far sviluppare il sapere critico e la consapevolezza di sé e del mondo, invece sembra si tenda a proseguire sulla linea di svilimento della persona, nell’ottica dell’inserimento nel mondo del lavoro”. 

Fronda interna al M5S?

“Consapevoli che la forza docente, in un primo momento amareggiata e disorientata,  sia stata comunque determinante ai fini della vittoria elettorale per la qualità del programma proposto – concludono – chiediamo un immediato ripensamento sulla scelta fatta per la Scuola e che il M5S proponga un nome condiviso, dopo aver ascoltato e analizzato sul serio le richieste della base, un nome legato all’impegno per impedire la deriva di questi anni e non legato al Renzismo e alle idee discutibilissime dell’Anp”.

Si tratta ora di capire se la presa di posizione dei Partigiani resterà isolata o se, al contrario, contribuirà a costruire una “fronda” interna al M5S con esiti difficili da prevedere.

 

Reginaldo Palermo

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