In questi giorni si sta molto discutendo sull’obbligo di pubblicazione dei dati reddituali del personale dirigenziale.
Come ricorda la Flc Cgil, “l alegge 190/2012 sulla prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione e il decreto legislativo 33/2013 attuativo hanno introdotto l’obbligo per le pubbliche amministrazione di pubblicare leinformazioni relative ai redditi e al patrimonio personale proprio e del coniuge e dei parenti, se consenzienti, dei politici e dei titolari di incarico politico o di indirizzo politico”.
Più recentemente, il decreto legislativo 97/2016 ha esteso tali obblighi di pubblicità e trasparenza a tutti i dirigenti delle amministrazioni pubbliche, qualsiasi sia l’incarico ricoperto.
Sono dunque interessati dalla norma anche i Dirigenti scolastici, per cui le scuole, in questi giorni, stanno cercando di capire se l’onere della pubblicazione sia di loro competenza.
Il Sindacato ritiene che siano le amministrazioni a dover pubblicare, pena le sanzioni previste, i dati e le informazioni relativi ai redditi e ai patrimoni dei dirigenti e dei parenti che lo consentano.
“Nessuna responsabilità è dunque a carico delle scuole e dei dirigenti scolastici che dovranno solo comunicare all’Amministrazione scolastica quanto la stessa richiederà per provvedere poi come già avviene per i curricoli e le retribuzioni contrattuali che sono reperibili sulsito del MIUR”.
Anche la Struttura di Comparto Nazionale dei dirigenti scolastici FLC CGIL, nell’o.d.g. del 14 dicembre 2016 ha evidenziato come i dirigenti scolastici non abbiano nulla a che vedere “con i numerosi casi di corruzione e di arricchimento ai danni della collettività che hanno visto coinvolti amministratori eletti e dirigenti scelti discrezionalmente dai politici.
Nessuna motivazione di interesse pubblico giustifica una lesione così grave del loro diritto alla riservatezza e di quella dei loro familiari”.
E ha invitato i Dirigenti a non procedere autonomamente ad alcuna pubblicazione sul sito delle scuole.
“Al MIUR e al suo Responsabile per la Prevenzione della Corruzione chiediamo di chiarire al più presto come intenda dare applicazione ad una norma che secondo noi va interpretata nel senso dell’esclusione i dirigenti scolastici da un obbligo di pubblicazione di dati e informazioni personali che non ha alcuna motivazione di interesse pubblico e che rappresenta invece una degenerazione del positivo principio del “controllo pubblico” perché viene applicata a soggetti il cui operato professionale è già sottoposto al controllo degli organi previsti dall’ordinamento legislativo e da quello contrattuale”.
Anche l’Associazione Nazionale Presidi si è espressa sul punto e si è rivolta direttamente all’ANAC affinché chiarisca al più presto se l’adempimento è comunque da portare a termine nei tempi previsti (23 dicembre) pur in assenza delle previste linee guida in materia.