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Pubblico impiego, 70 euro di aumento

L’intesa firmata dal Ministro per la Pubblica Amministrazione e da quello del Lavoro nonché dai rappresentanti sindacali di Cisl, Uil, Confsal, Usae e Ugl prevede un aumento medio pari a 70 euro lordi mensili. Ma la Cgil non sottoscrive il protocollo e il ministro Brunetta (nonostante il “chi se ne frega”, infelice locuzione per la quale il Ministro ha poi chiesto ufficialmente scusa) si presenterà alle trattative di comparto con qualche problema.
Infatti, nelle ultime votazioni delle rappresentanze di base la Cgil ha ottenuto i maggiori consensi e se nel comparto scuola, viste le firme degli altri suddetti sindacati, il tetto del 51% che serve a rendere valido il contratto viene certamente superato, soprattutto nel comparto della sanità e negli enti locali (dove i “rapporti di forza” sono più complessi e lo schieramento a favore dell’intesa tutt’altro che accertato nell’ambito di alcune sigle sindacali) i giochi sembrano ancora aperti.
Anche se il ministro Brunetta, in virtù di una norma da lui voluta, potrà comunque erogare, già a partire da gennaio, il 90% delle risorse inserite nel contratto. E a dicembre è previsto il pagamento dell’indennità di vacanza contrattuale.
Nel testo dell’intesa si legge anche che Governo e organizzazioni sindacali concordano nell’aprire un negoziato che si prefigge, oltre allo “snellimento delle procedure e la riduzione dei tempi dei procedimenti negoziali”, anche “l’adattamento al settore pubblico, a decorrere dal 2010, delle linee guida di rinnovamento del modello contrattuale, con le relative previsioni normative e di spesa, nella legge finanziaria del prossimo anno”.
Tra i favorevoli alla firma del protocollo il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni, che ha affermato: “sono stati superati ostacoli che gravavano sul settore da tre anni. L’obiettivo di ripristinare la situazione antecedente ai tagli unilaterali del Governo è stato raggiunto: il salario accessorio viene ripristinato”.
Giudizio assolutamente negativo, invece, da parte del segretario nazionale della funzione pubblica Cgil, Carlo Podda: “gli stanziamenti per il rinnovo del contratto 2008 pari a 2.800 milioni di euro sono la metà dei due precedenti bienni, quando l’inflazione era la metà di quella attuale. Il grosso del maltolto non ha alcuna garanzia di restituzione”.
Sul mancato accordo interviene anche Mimmo Pantaleo, segretario della Flc-Cgil, che evidenzia l’assenza, nel protocollo d’intesa, “di qualunque riferimento al superamento del precariato e alla stabilizzazione del personale”.
“Per non parlare – sottolinea Pantaleo – del silenzio del Governo sull’atto di indirizzo del quadriennio contrattuale della dirigenza scolastica”. Anche se nel protocollo si parla di impegno del Governo per accelerare le trattative per i settori dove si attende ancora la stipula dei contratti del precedente biennio.
In un comunicato, peraltro, la Flc-Cgil mette in evidenza che per il personale della scuola gli aumenti salariali previsti dalla proposta governativa sono mediamente di 70 euro lordi (ripartiti in 60 euro sullo stipendio mensile e 10 euro per la parte accessoria), che si riducono a 49 netti, “una cifra decisamente lontana da quella necessaria a coprire il vertiginoso aumento del costo della vita. Con queste somme le affermazioni governative di voler premiare il merito si rivelano per quello che sono pura propaganda ideologica”.
Peraltro, si legge nel comunicato, “con i risparmi, che il comparto scuola non ha (partono dal 2010), si vuole premiare il merito di pochi; questo infatti è l’elemento strategico presente in tutta la manovra dei tagli della scorsa estate. In conclusione, nell’intesa non c’è nessuna ipotesi di valorizzazione e di riconoscimento sociale di un lavoro pubblico dal quale i cittadini si aspettano prestazioni sempre di maggiore qualità”.
Nel comunicato, il segretario della Flc-Cgil mette anche in evidenza che sono “del tutto incerte le risorse per i contratti dell’Università, della Ricerca e dell’Alta formazione artistica e musicale”, lamentando, infine, che nel protocollo d’intesa non si riscontra “neanche una parola per il progressivo superamento del precariato e la stabilizzazione del personale, così come manca qualsiasi impegno da parte del Governo sulla riduzione della pressione fiscale sul salario del lavoro dipendente”.

Al momento, quindi, confermati da Cgil le manifestazioni e lo sciopero generale di dicembre (unificando le iniziative programmate dalle diverse categorie; per quella del pubblico impiego, al momento, è prevista l’astensione dal lavoro nei giorni 7 e 14 novembre).

Andrea Toscano

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