In Puglia conclusa la campagna vaccinale scuola del personale trattato con AstraZeneca, almeno in relazione alle prime somministrazioni.
Sono 87.302 le dosi somministrate al personale scolastico con cui si chiude la campagna e si compie il primo passo verso la sicurezza delle scuole. Il secondo riguarda la vaccinazione del personale fragile (attualmente in corso), cui sono destinati gli altri vaccini, e quella dei ragazzi rispetto alla quale nulla si è deciso o detto a livello nazionale, in termini ufficiali.
Sono 525.417 le dosi di vaccino somministrate sino ad oggi in Puglia su 601.745 dosi consegnate, pari all’87,3 per cento (aggiornamento alle ore 16.56). Di queste 156.007 sono agli over 80, 87.302 al personale scolastico, 14.034 alle forze armate. Sono 40.809 gli ultraottantenni cha hanno ricevuto la seconda dose di vaccino.
Così il Presidente della Regione Michele Emiliano: “Tutto il personale scolastico della Puglia ha ricevuto la prima dose di Astrazeneca e si sta per completare anche la parte di personale con fragilità.”
Insomma, nella Regione Puglia, la società civile ha un motivo in più per spingere sulla riapertura delle scuole di ogni ordine e grado o quantomeno sul rientro in classe dei più piccoli, dall’asilo alla quinta elementare.
Tuttavia nulla è scontato, considerando che il Governatore della Puglia, Michele Emiliano, è da sempre tra i più rigoristi e potrebbe continuare a lavorare a favore della Didattica a distanza a scelta delle famiglie, linea che è stata poi adottata anche in regioni quali la Campania (che ha un altro Presidente ultra rigorista) e la Calabria.
Il tema della riapertura delle scuole dopo Pasqua è legato anche all’ipotesi dei tamponi a tappeto per la popolazione scolastica, su cui pare il Governo stia lavorando. Insomma, la soluzione potrebbe essere il ricorso al tracciamento rapido all’ingresso degli istituti. Questo potrebbe essere effettuato mediante test salivari che forniscono una risposta in pochi minuti. Tuttavia ad oggi i test su campione di saliva non sono ancora autorizzati in Italia e secondo l’Istituto superiore di sanità, i sistemi di raccolta della saliva non appaiono al momento adeguati per i più piccoli, soggetti non collaboranti, a causa del rischio di ingestione del dispositivo. Quanto all’efficacia dei tamponi salivari, recenti ricerche stimano che essa sia piuttosto elevata e che si producano percentuali minime di falsi positivi. Il Corriere della Sera cita uno studio dell’Università di Padova nell’ambito del quale tutti i soggetti con risultati positivi alla saliva sono stati sottoposti entro 24 ore al tampone nasofaringeo, rivelando una concordanza di esiti nel 98% dei casi. Insomma il confronto tra tampone molecolare (che, lo ricordiamo, è la prima scelta quanto ad efficacia poiché rileva il genoma -Rna- del virus nel campione biologico con ampia attendibilità di risultati) e test salivare, mostra una simile capacità di intercettare i casi positivi.
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