Questa la dichiarazione di Puglisi: ”Siamo lieti che oggi Monti dica di voler restituire 8 miliardi alla scuola pubblica. Solo un mese fa ha continuato a far calare la scure dei tagli all’istruzione, nonostante il Pd avesse proposto emendamenti alla legge di stabilità che intendevano tagliare risorse alla spesa corrente del ministero della Difesa per tornare ad investire nella scuola, nell’università e nella ricerca”.
”Poco importa, le nostre proposte inascoltate da Monti, diventeranno presto azione di governo. Ieri Bersani ha presentato un serio piano per restituire alla scuola risorse, stabilita’ e fiducia. Per restituire prestigio sociale agli insegnanti come in Finlandia, servono anche presidenti del Consiglio, che non li accusino di ‘conservatorismo’ per il solo fatto di opporsi ad un provvedimento come l’innalzamento a 24 ore dell’orario di lezione frontale degli insegnanti, che avrebbe fatto diventare carta straccia il contratto di lavoro per decreto, cancellando migliaia di posti di lavoro”.
Non meno sferzanti le parole di Centemero: ”Per recuperare tutte le gaffe, gli errori e i provvedimenti ingiusti del suo governo sulla scuola, Monti non sa più cosa inventarsi. Con una disinvoltura da politicante consumato, il professore ora promette fondi a pioggia e riconoscimento sociale per quegli stessi docenti che ha umiliato in ogni modo, arrivando ad accusarli di strumentalizzare gli studenti per interessi corporativi. Non una parola, invece, sulle vere necessità della scuola italiana: dall’autonomia all’edilizia, dalla valutazione al reclutamento, dal rapporto scuola-lavoro al precariato. Tante parole, poca credibilità”.
Rimane tuttavia sul tappeto la pesante questione dei tagli che il Pdl intenderebbe eseguire sul bilancio dello Stato per confermare le promesse miliardarie annunciate, mentre si insiste nel confermare la chiamata diretta dei docenti da parte delle scuole (sul modello Lombardia), il bonus alle scuole paritarie, il 75% delle risorse del Nord da lasciare dentro la macro regione Padana, mentre la Lega Nord preme sempre per l’abolizione del valore legale del titolo di studio.
Abbiamo il timore che, passata la festa elettorale delle grandi promesse, in un modo o nell’altro si voglia gabbare il santo.
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