La strada da seguire è quella di “far vivere in condizioni adeguate i nove milioni di persone che lavorano nelle scuole. A partire dalla proposta già avanzata dal segretario Bersani: 7 miliardi e mezzo per aprire cantieri che mettano in sicurezza gli edifici scolastici”.
Anche il ministro dell’Istruzione per Puglisi deve essere “una persona che sappia ascoltare e lavorare insieme a insegnanti, studenti e famiglie per costruire una scuola di qualità”; e poi, dopo anni di tagli e riforme contraddittorie, tutto il sistema va ripensato, implementando “una nuova costituente per la scuola pubblica, la scuola che serve all’Italia”.
Cioè “quella che si sa mettere in rapporto con università, ricerca e impresa. Da questo punto di vista- sottolinea Puglisi- immagino poli tecnici professionali creati ad hoc per alzare la qualità dei quadri delle nostre imprese manifatturiere”.
“Siamo stati un grande paese industriale quando abbiamo avuto i grandi periti”. Poi la situazione è sempre peggiorata fino alla totale desertificazione” della scuola”.
“L’ex ministro Gelmini”, ribatte Puglisi, “ha distrutto modelli educativi eccellenti come il tempo pieno. E non era una riforma epocale calata dall’alto, ma un modello dal basso che tutta Europa ci invidiava. Questa modalità andrebbe ripristinata del tutto e ripercorsa anche nella scuola secondaria di primo e secondo grado”.
E sui posti di lavoro (4milioni) per i giovani promesse da Berlusconi, Puglisi ironizza: “Sì sì l’altra volta ne aveva promesso uno e ci ha regalato più disoccupazione giovanile e più tagli a scuola e università. Ora alza la posta a 4 milioni… Il suo vero programma fa vedere che in realtà tutela chi ha già, come per esempio con i condoni”. E invece per Puglisi il principio è:
“Chi ha di più deve dare di più”.
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