Puglisi (Pd): ok a licei brevi, ma coinvolgendo gli insegnanti

“Si può uscire un anno prima dalla scuola senza tagliare neppure un insegnante. Ma serve un disegno complessivo che sappia coinvolgere pienamente gli insegnanti, gli studenti, gli educatori per immaginare insieme la scuola che serve per ricostruire l’Italia”: intona dal suo osservatorio la senatrice Puglisi, mentre il disegno complessivo citato rimane complesso, senza una sua esplicitazione evidente e come se venisse da un cittadino comune, perché ha, la sua proposizione, tutto il sapore del buon senso, salvando capre e cavoli: l’immancabile riduzione delle ore e quindi di cattedre ma a personale invariato.
Ma ha pure detto: “Non se ne può più di riforme calate dall’alto ad ogni cambio di inquilino di viale Trastevere. Per questo chiediamo al Ministro Maria Chiara Carrozza di dare avvio ad una vera Costituente della scuola, che sappia coinvolgere le autonomie scolastiche e che parta dalle buone esperienze che si stanno facendo in molti territori. Per abbattere la dispersione scolastica occorre alzare i livelli di apprendimento degli studenti e migliorare quelli occupazionali giovanili, magari permettendo agli studenti di “vivere” la scuola anche il pomeriggio puntando sull’innovazione della didattica e assicurando alle scuole un organico funzionale stabile”.
E anche questa ulteriore proposizione ha il tocco del buon senso, anche perché “vivere la scuola anche il pomeriggio” fu già sperimentato negli “Oratori” di Don Bosco, mentre da tutti gli ambiti in cui si parla di scuola, istruzione, educazione e rinnovamento non si fa che ripetere quanto la senatrice ripete, senza però dire come, nel senso del reperimento dei denari necessari per attivare questa operazione, visto che aprire le scuole di pomeriggio significa pure pagare il personale, insegnante e no, provvedere ai riscaldamenti, all’illuminazione e anche alla pulizia, visto pure che alcune provincie italiane stanno invece imponendo alle scuole la settimana corta per risparmiare proprio su queste voci, compreso il trasporto.
E infine la senatrice del Pd ha concluso: “Si può offrire agli studenti la possibilità di costruire curricula personalizzati su una base di discipline comuni obbligatorie, orientandoli poi verso scelte consapevoli, che si tratti di università o di lavoro. Scelte determinanti per il futuro del Paese, per cambiarlo nel profondo”. E noi siamo d’accordo, pienamente d’accordo, ma al Parlamento la maggioranza e la guida della Nazione per ora è proprio nel grembo, seppure nella parzialità delle larghe intese, del partito della senatrice e quindi “se non ora quando?”

Pasquale Almirante

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