Qualche giorno fa ci siamo occupati del caso del ragazzo di 13 anni che ha sferrato un pugno in faccia ad una docente dell’Istituto Comprensivo Statale Salvo D’Acquisto nel quartiere Miano, a Napoli, dopo che questa ha provato a fermarlo mentre stava picchiando violentemente un compagno di classe, provocandole un ematoma alla retina. Il giovane aggressore è stato punito con una sospensione.
Come riporta Il Mattino, il ragazzo è stato sospeso da scuola per 15 giorni. Lo studente sarà inoltre affiancato da esperti per avere un supporto psicologico. Tutto è stato deciso dal consiglio di classe il giorno dopo i fatti. Ecco cosa dicono i docenti, che hanno specificato che la punizione non è definitiva: “La scuola non punisce ma si occupa di stimolare il senso di responsabilità e consapevolezza dell’alunno, affinché possa correggere i suoi comportamenti. I provvedimenti adottati in seguito all’episodio accaduto puntano alla riabilitazione e alla tutela dello stesso minore, sebbene non siano definitivi perché la procedura scolastica prevede il diritto di audizione, dunque il 13enne e la sua famiglia potranno essere ascoltati rivolgendosi all’organo di garanzia della scuola”.
Nelle prossime settimane si svolgeranno interventi di affiancamento psicologico da parte del gruppo di lavoro operativo settore scuola in collaborazione con l’Ordine degli Psicologi della Campania con una campagna di sensibilizzazione all’uso consapevole dei social, dei videogiochi e delle nuove tecnologie.
Questo perché, come hanno detto i familiari del giovane, si crede che l’aggressore abbia in qualche modo emulato i personaggi violenti dei videogiochi con cui è solito giocare. La sera prima dell’accaduto il 13enne avrebbe giocato fino a notte fonda.
La docente, Donatella Appratto, dopo una prima assistenza al pronto soccorso oculistico dell’ospedale Vecchio Pellegrini, sta proseguendo i controlli per la vista che subito dopo il pugno le si era offuscata. “Sono riuscita a segnalare pubblicamente l’accaduto per lanciare un messaggio e far sì che tutti si assumano le proprie responsabilità, sia istituzioni che famiglie”, ha detto, spingendo verso l’introduzione di un costante sportello di supporto psicologico nelle scuole.
L’episodio è accaduto in una classe di terza media, intorno alle 11, mentre gli alunni erano in ricreazione nell’attesa di riprendere le lezioni. Ecco il racconto della docente: “Sono entrata in aula salutando i ragazzi come sempre e c’era un clima tranquillo, stavano facevano merenda e alcune studentesse si erano avvicinate alla cattedra per chiedermi di controllare le loro tesine”, dice Donatella Appratto, la docente aggredita che, dopo 36 anni dietro la cattedra, non nasconde di aver subito “un vero e proprio trauma sia come persona che come insegnante”.
“La violenza è stata come un raptus, fulmineo e imprevisto che non avrei mai potuto prevedere e che non mi sarei mai aspettata da quell’alunno”, racconta Donatella con un velo di amarezza. “Mentre ero in classe, nell’attesa che si concludesse la merenda, ho notato che lo studente, autore della mia aggressione, stava colpendo un compagno con una raffica di pugni, estremamente violenti” spiega la 57enne che ha cercato di separare i due.
“Dopo il mio intervento, il 13enne che aveva colpito l’amico si è fermato, si è alzato in piedi ed è venuto di fronte a me. Ero convinta che volesse scusarsi con il compagno e con me per l’accaduto. Ho notato che aveva uno sguardo torvo e mi fissava come inebetito, poi all’improvviso mi ha sferrato un pugno colpendomi all’occhio sinistro e ho barcollato. Mi sono precipitata fuori dall’aula e ho gridato aiuto e sono arrivati gli operatori scolastici che mi hanno portato del ghiaccio ma quello che ricordo di più è il dolore al volto e dentro l’occhio, oltre alla paura di non vederci più”.
La prof ha poi chiamato immediatamente i carabinieri che sono intervenuti con due militari della stazione di Secondigliano. “Anche il padre del ragazzino è stato convocato a scuola e ci siamo riuniti in presenza della vicepreside e del 13enne che dopo una ventina di minuti dall’accaduto mi ha fatto le sue scuse”, continua Donatella, che dice di aver già “perdonato il suo studente” ma, al tempo stesso, considera necessario “un intervento per affiancarlo e sostenerlo sia psicologicamente che dal punto di vista educativo”.
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