L’altro ieri, 26 marzo, come abbiamo scritto, si è consumata una tragedia: un pullman turistico che stava andando prendere una scolaresca in gita a Torino è caduto improvvisamente nel fiume Po. A morire l’autista, si pensa vittima di un infarto.
I bambini hanno poi usufruito di un altro mezzo per tornare a casa. Ma come è stata affrontata con loro la tragedia? A spiegarlo l’istituto stesso, a La Stampa. “Va tutto bene, i bambini e i docenti sono tranquilli. Certo, può immaginare lo spavento… Ai piccoli abbiamo spiegato, per come potevamo, che il pullman si era rotto”, queste le parole del dirigente scolastico.
“La preoccupazione c’è stata, ma era chiaro fin dal primo secondo che i bimbi non fossero coinvolti. E che non avessero visto nulla di quello che è successo. Poi nelle classi verrà fatto un lavoro dedicato. D’altronde, non hanno visto nulla”, ha aggiunto.
La scuola si è premurata anche di avvertire subito i genitori, evitando di scatenare panico e preoccupazione. “Una situazione da nervi saldi, in cui tutti si sono comportati in maniera perfetta”. E proprio alle docenti ha scritto ieri Evelina Christillin, presidente del museo Egizio per esprimere la sua vicinanza e solidarietà ai bambini, invitandoli a tornare in visita. Il dirigente lo assicura: “Continueremo mandare i nostri allievi all’Egizio, assolutamente”.
Come riporta Il Corriere della Sera, a bordo del mezzo, che aveva accompagnato in città gli allievi di una scuola elementare di Milano, c’era solo l’autista. I primi a prestare i soccorsi sono stati alcuni canottieri, che si sono gettati in acqua e sono riusciti ad estrarre dall’abitacolo il conducente.
Nonostante i tentativi di rianimazione, il cuore del 64enne non ha ripreso a battere. I controlli dei vigili del fuoco, che dopo le 21 hanno recuperato l’autobus, hanno appurato che a bordo del mezzo non era presente nessun altro oltre all’autista. L’incidente ha coinvolto una famiglia di sei persone, tra cui un bambino piccolo: tre donne sono rimaste ferite. “Ci ha investito andando in retromarcia — racconta il nipote di una delle signore –, poi ha toccato il muretto ed è precipitato nel fiume. Noi eravamo a piedi, l’autobus ha sfiorato mia zia e mio cugino: se la sono cavata con alcune contusioni”.
L’ipotesi è che l’autista sia stato colto da un malore e che non sia più riuscito a governare il bus, ma solo i test diranno se sia morto prima o dopo essere precipitato nel Po.
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