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Punizioni corporali agli alunni, anche il Bangladesh dice basta

I sistemi scolastici incentrati sulla severità, fino alle punizioni corporali, non sono argomenti vicini alle nuove generazioni. Forse alcuni degli attuali alunni li avrà al massimo immaginati ascoltando i racconti dei nonni, della rigorosa istruzione scolastica di oltre cinquant’anni fa. Eppure, in alcuni Paesi si tratta di metodi ancora in auge. Un esempio? Quello del Bangladesh, dove il Governo per chiedere la soppressione delle punizioni materiali agli studenti è dovuto ricorrere ad un provvedimento ufficiale.
La decisione della autorità del Bangladesh è giunta dopo un‘esplicita richiesta in questa direzione pervenuta dalla Corte Suprema, a seguito delle tante denunce pervenute da singoli cittadini e gruppi per i diritti umani. Per la prima volta, anche il ministro dell’Istruzione del Bangladesh si è schierato, descrivendo come “inumane e crudeli” le punizioni inflitte date agli studenti.
Quel che sorprende, in queste richieste di sospensione della triste “usanza”, è che nel 2010 gli insegnanti artefici delle punizioni corporali fossero in alto numero: la maggior parte hanno sempre giustificato le percosse agli alunni come l’unico metodo efficace per mantenere l’ordine in classe. I docenti meno conservatori sono però usciti allo scoperto: “è un metodo che non ha portato alcun risultato positivo”, ha spiegato qualche giorno fa alla Bbc un insegnante, Rafiqul Islam, sottolineando anche che “gli studenti puniti sono quelli che poi non frequentano regolarmente”. A tal proposito, decisamente significativo, ed influente nella decisione delle istituzioni Bangladesh, è stato il caso di un bambino di 10 anni, che si sarebbe suicidato dopo essere stato percosso da un insegnante. Ma anche quello accaduto in un istituto scolastico nel sud del Paese, dove otto studenti sarebbero stati ricoverati in ospedale dopo essere stati presi a bacchettate per non aver portato a scuola le matite colorate.

Non sappiamo se l’indicazione verrà subito attuata: di sicuro, però, dall’avvio del prossimo anno scolastico gli insegnanti del Bangladesh colpevoli di percuotere gli allievi subiranno sanzioni disciplinari.

Alessandro Giuliani

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