Estendere il più possibile le attività di scuola-lavoro, soprattutto al quinto anno delle superiori e nei licei, dove oggi si svolgono solo in rari casi, ma anche introdurre i contenuti affrontati in azienda nella terza prova dell’Esame di maturità: sono gli obiettivi su cui sta lavorando il Miur in vista del prossimo anno scolastico. L’annuncio è arrivato attraverso le pagine del Sole 24 Ore del 24 luglio, attraverso un’intervista al sottosegretario all’Istruzione Angela D’Onghia.
Nell’articolo, il sottosegretario ha specificato che l’amministrazione scolastica sta ultimando la bozza di regolamento che determinerà, in base al decreto Carrozza, i diritti e i doveri degli studenti impegnati nei percorsi scuola-lavoro già previsti dal Decreto legislativo N. 77/2005. La sua attuazione non è semplice, perché anche se l’accordo generale è già stato trovato, prevede comunque il coinvolgimento, oltre che del Miur, anche del ministero del Lavoro, delle Regioni e delle associazioni studentesche.
Il provvedimento riguarderà tutti gli studenti a partire dai quindici anni di età. Tuttavia, non comporterà la sottoscrizione di alcun contratto di lavoro: quello che è importante, ha sottolineato D’Onghia, sarà offrire almeno 99 ore di formazione (che corrispondono a 15 giorni lavorativi) in un’azienda, dove il ‘tutor’ potrà essere rappresentato anche direttamente dal responsabile.
L’ultimo monitoraggio Miur-Indire, risalente allo scorso anno (i dati dell’a.s. in corso possono essere comunicati dalle scuole fino al prossimo 30 settembre) ha conteggiato che sono stati 228mila gli studenti impegnati nell’alternanza scuola-lavoro: si tratta di numeri modesti, pari ad appena l’8,7% del totale degli alunni iscritti alle scuole secondarie superiori; rispetto però al 2012, si è registrata una crescita del 20%. Inoltre, sono state 3.177 le scuole coinvolte nel progetto (circa la metà), in larga parte istituti tecnici e professionali. Si cercherà, quindi, di allargarne la portata anche ai licei. Gli studenti, in linea di massima, dovranno affrontare circa 15 giorni di tirocinio, per un totale di 99 ore (attualmente ne fanno in prevalenza 66).
Una delle novità più interessanti che verranno introdotte sarà quella legata alla maturità: la proposta sarà quella di modificare la terza prova d’esame (il tradizionale ‘quizzone’) con una prova che valorizzi l’esperienza trascorsa nell’impresa, ha spiegato il sottosegretario.
L’obiettivo è anche quello di orientare i ragazzi verso il mondo del lavoro e ridurre il fenomeno dell’abbandono ddi banchi di scuola: gli stage, ha spiegato il rappresentante del Miur, diventano così l’esperienza determinante per realizzare un piano triennale contro la dispersione scolastica oggi ancora del 17,6%.
D’Onghia ha infine fatto intendere che a Viale Trastevere c’è l’intenzione di valorizzare pure i docenti che fanno da “raccordo” con le aziende: per loro sono previste ore di formazione e forse anche dei “crediti” ai fini delle progressioni di carriera. Con il riconoscimento del lavoro svolto attraverso la collocazione tra i docenti ‘esperti’, come annunciato da questa testata nei giorni scorsi.
Ricordiamo che alcuni mesi fa al sottosegretario Angela D’Onghia sono assegnate, tra le altre, le deleghe che riguardano l’alternanza scuola-lavoro, le problematiche relative alla dispersione scolastica, le tematiche che riguardano il rapporto tra i titoli di studio e l’accesso al lavoro e alle professioni, la formazione professionale, la promozione della cultura scientifica, lo sviluppo dell’offerta formativa dell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica e della produzione artistica.