Andrea Orlando, ministro del Lavoro
Se la ministra Valeria Fedeli chiede il licenziamento in tronco dell’insegnante che avrebbe avuto rapporti sessuali con la sua alunna minorenne prima ancora che si arrivi a processo, il suo collega della giustizia, Orlando, si dice perplesso.
Fedeli infatti ha annunciato che nel nuovo contratto degli insegnanti che si sta chiudendo in questi giorni dovrà essere inserita la seguente norma: “Il docente accusato di comportamenti o molestie a carattere sessuale nei confronti di alunne o alunni, studentesse o studenti minorenni, viene sospeso dall’insegnamento e sottoposto a iter disciplinare, al termine del quale, se giudicato colpevole, scatta il licenziamento”, anche prima del processo penale quindi.
L’ipotesi però non convince il Guardasigilli, Andrea Orlando. “Ho qualche perplessità sotto il profilo costituzionale” sottolinea al programma ‘Circo Massimo’ su Radio Capital.
“Quello delle molestie è un reato particolarmente infamante che se poi non si verificasse come fondato segnerebbe comunque una persona per tutta la vita”.
Sospendere il giudizio è d’obbligo, ma l’azione infamante, e infame, resta, anche perché il prof ha confessato, giustificandosi con l’innamoramento.
In ogni caso dovrebbe essere il processo a stabilirlo, considerato pure che persino la Costituzione stabilisce che si non si è colpevoli fino a prova contraria.
Riporta la Treccani: “In particolare, l’art. 27, co. 2, della Costituzione afferma che «l’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva». Tale principio risponde a due esigenze fondamentali: affermare la presunzione di innocenza e prevedere la custodia cautelare prima dell’irrevocabilità della sentenza. L’ imputato, infatti, non è assimilato al colpevole fino al momento della condanna definitiva”.
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