Pure il Governo Monti punta sulla scuola digitale: scettici i sindacati
Non è solo la manovra in approvazione in Parlamento a rendere tesi i rapporti tra i sindacati della scuola ed il nuovo Governo. A determinare ulteriore scetticismo da parte delle organizzazioni sindacali (già in sciopero compattamente per un’ora il 16 dicembre) è stata la presentazione da parte dell’esecutivo Monti dello stanziamento a favore della scuola digitale: un progetto, come ha spiegato il 15 dicembre a Palazzo Chigi dal ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, che lo stesso Governo farà in modo che “possa diventare sistema-paese”. A tal fine sono stati predisposti nuovi sistemi tecnologici già in 2.160 scuole.
La strategia, del resto, non è una novità ma risulta in linea con quella condotta per tre anni e mezzo dall’ex ministro Gelmini (come durante il quinquennio della gestione di Letizia Moratti),e soprattutto da Renato Brunetta, che in veste di responsabile della Funzione Pubblica ha di recente investito tantissimo sulla digitalizzazione della pubblica amministrazione proprio a partire degli istituti scolastici (attraverso pc, Lim e connessioni internet di tipo wi fi e gratuite).
A determinare un certo scetticismo tra i sindacati è stata la visita svolta il 13 dicembre dall’attuale ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, all’istituto superiore Majorana di Brindisi, dove si conduce un innovativo e proficuo progetto di realizzazione fatta “in casa” dei libri di testo. Certo, il progetto ‘Book in progress’ non è una novità: è dal 2008 che i docenti dell’istituto pugliese si trasformano in autori dei testi, i quali poi vengono girati on line agli studenti o stampati nei laboratori per una spesa che non supera i 5 euro a copia. Facendo così risparmiare alle famiglie centinaia di euro l’anno.
Il Ministro si è detto entusiasta dell’iniziativa, svelando anche a studenti e docenti di aver dovuto chiedere al Premier, Mario Monti, di disertare un Consiglio dei ministri pur di rispondere all’appuntamento. “Siamo di fronte – ha detto Profumo – ad un esperimento riuscito e virtuoso”, perché rappresenta “un progetto carciofo, dove il cuore è la tecnologia, intorno al quale stanno stretti gli uni agli altri i ragazzi, le famiglie, i docenti”. L’intento, ha concluso il Ministro riferendosi sempre al progetto dell’Itis Majorana, è quello “di esportare l’iniziativa in tutte le scuole del Paese”.
Agli occhi dei sindacati le parole di Profumo sono sembrate condivisibili, ma hanno anche spiegato che rischiano di far passere in secondo piano questioni annose, mai risolte, tremendamente più urgenti. Che proprio nelle scuole del Mezzogiorno abbondano. Secondo Francesco Scrima, segretario generale della Cisl Scuola, va apprezzata “l’attenzione del Governo per la scuola del Sud, purchè siano messe al centro le vere priorità di un’area segnata da enormi e annosi problemi. Un’edilizia scolastica insufficiente e spesso fatiscente, la complessità e la difficoltà del lavoro degli insegnanti in un contesto sociale ed economico così disagiato sono le vere e prime emergenze. La digitalizzazione degli istituti scolastici può essere certamente un obiettivo da considerare, ma non è di per sè risolutiva di criticità ben più consistenti. Ci auguriamo che il Governo – ha concluso il sindacalista – abbia questa consapevolezza”. La Cisl e gli altri sindacati lo scopriranno non appena verranno convocati dal nuovo Ministro.