È in atto, e non da oggi ma da ben otto anni, uno sfregio umanitario che segnerà per sempre la testa, il cuore e le relazioni dei più giovani ucraini.
Le loro esistenze rischiano di svilupparsi e crescere nel dolore, nella rabbia e nell’odio recondito.
Ora servono azioni salvavita ma per “dopodomani” è assolutamente necessario sostenerli, stando loro vicini.
Il direttore generale di Unicef parla di “Team mobili da loro supportati che stanno fornendo cure psicosociali a bambini traumatizzati dall’insicurezza cronica”.
E chiede anche “a tutte le parti di non attaccare infrastrutture essenziali da cui i bambini dipendono, compresi i sistemi idrici, igienico sanitari, le strutture sanitarie e scolastiche”.
Dall’inizio del conflitto 750 scuole sono state danneggiate. Numeri che pesano come macigni!
I bambini in Ucraina orientale vivono in uno dei tratti di terra del mondo più contaminati dalle mine: ogni giorno giocano, vanno e tornano da scuola, in aree piene d mine, ordigni inesplosi e residuati bellici mortali.
Da otto anni crescono con il trauma di un conflitto mai veramente cessato e si stima che, almeno, 430 mila bambini vivano con cicatrici psicologiche.
Che colore avrà il futuro di moltitudini di giovani, adolescenti e bambini?
Con quali sentimenti cresceranno? Per quanto tempo ancora la loro vita, il ben-essere lascerà il posto al mal-essere? E alla difficoltà di esistere…
E quante di queste ferite inferte dall’uomo, in queste ore e in questi giorni, inizieranno a trasformarsi in disagio psichico, disturbi e malattie mentali?
Chi si occuperà di loro in un percorso di recupero, riabilitazione e rigenerazione umana, individuale e collettiva?
Tante domande, insieme a molte altre, meritano risposte, professionalmente, non convenzionali.
La tragedia sociale che si sta consumando, di sicuro, inghiottirà e soffocherà le emozioni di un’intera generazione, provocando un’anestesia dei sentimenti…
E, allora, questi giovani devono avere una corsia preferenziale sin da subito, in termini di vicinanza, sostegno e ascolto, affinché un problema non diventi un disagio, un disagio non diventi disturbo e un disturbo non diventi malattia mentale.
Forza Ucraina, forza ragazzi!
Augusto Di Stanislao
Psicologo e psicoterapeuta