Gentile Sig. Renzi,
ho ascoltato uno dei suoi videomessaggi sulle pretese della cosiddetta “buona scuola” e francamente devo dirle che è difficile star dietro a tutto ciò che Lei mette nel piatto. Il problema è che Lei non mostra di rendersi veramente conto di quali siano i problemi reali della scuola italiana e dei suoi operatori, così come quelli dei suoi fruitori.
Se Lei veramente avesse voluto mostrare la sua volontà democratica e il suo impegno civile verso questo settore, avrebbe preso coscienza del fatto che esso non è per nulla importante per l’Italia… è fondamentale. La scuola richiede grandi investimenti, in termini economici e di risorse umane, i professori non vanno denigrati e umiliati ma promossi, gratificati, qualificati, riconosciuti, rispettati, amati… addirittura. Gli alunni devono poter studiare con sussidi adeguati, in classi dignitose, in ambienti puliti, dove venire tutte le mattine con piacere.
Potrei ribattere punto su punto a ciò che Lei dice di voler fare e soprattutto a come vuole conquistare il suo personale obbiettivo di auto incensazione ma mi limito a suggerirle di riflettere bene perché, purtroppo per noi, Lei ha delle responsabilità talmente forti e dei poteri palesi e occulti, derivanti dalla sua carica istituzionale, da poter influire in modo decisivo su un settore che determina la formazione dei nostri figli con le dovute conseguenze sugli assetti sociali del prossimo futuro. Inoltre non considera con la dovuta, ribadisco dovuta, attenzione la condizione di chi lavora già nell’ambito della scuola.
Personalmente parlerei di:
• riqualificazione strutturale degli edifici scolastici;
• no alle classi pollaio;
• incremento degli insegnanti di sostegno;
• incrementi degli assistenti per il sostegno:
• dotazione di sussidi scolastici sia informatici che tradizionali (laboratori):
• aumento degli stipendi degli insegnanti a 2.000.000 euro;
• adeguamento stipendi su base annuale, sia per anzianità che per merito;
• assunzione precari indicati da corte europea;
• mantenimento delle graduatorie d’istituto, compresa quella di terza fascia, quale rampa di accesso al mestiere di docente;
• abolizione dei Tfa (utile solo a spillare denaro a dei disoccupati);
• abolizione dei concorsi d’immissione al ruolo;
• accesso alla carriera docente e conferimento della condizione di docente di ruolo tramite graduatorie a scorrimento;
• istituzione di un periodo di tirocinio, eventualmente a compenso ridotto, prima dell’accesso alle graduatorie;
• no alla cosiddetta funzione docente (docenti impiegati come tappabuchi);
• rivalutazione del ruolo del docente, quale portatore di un bene che deve essere trasmesso alle nuove generazioni;
• no agli sgravi fiscali per chi iscrive i propri figli alle scuole private;
• abolizione della legge Fornero e revisione dei termini di pensionamento;
• classificazione della professione docente quale lavoro usurante.
Gentile Presidente, a nome mio e di tantissimi miei colleghi, La sollecito a non sottovalutare le istanze che le arrivano da tempo dal settore scuola, si metta il cuore in pace, la sua riforma non potrà mai essere condivisa perché profondamente ingiusta!
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