1. Il POF può essere modificato in corso d’anno ?
Il Piano dell’Offerta Formativa rappresenta la "carta di identità" della scuola e, in quanto tale, deve possedere certa stabilità nel tempo, ma sarebbe illogico pensare che non possa essere modificato in corso d’anno sia per essere adattato sia per essere integrato e/o arricchito.
Per evitare però che il Piano da flessibile si trasformi in mutevole ed aleatorio è bene fissare alcune regole; per esempio si potrebbero prevedere, fin dall’anno dell’anno, le condizioni che possono consentire modifiche e/o integrazioni: arrivo di finanziamenti non previsti, disponibilità temporanee di ulteriori risorse umane, ecc…
E’ bene prevedere anche un meccanismo semplice (ma trasparente e condiviso) per l’adozione e l’approvazione formale delle modifiche/integrazioni.
2. Quale ruolo hanno le funzoni-obiettivo rispetto alla realizzazione del Piano ?
I docenti ai quali il collegio assegna lo svolgimento di attività connesse con la realizzazione del POF (le cosiddette "funzioni-obiettivo") hanno un ruolo importante e delicato in quanto devono assicurare la massima collaborazione agli organi collegiali dell’Istituzione scolastica; poiché il POF è uno strumento unitario di progettazione, può essere utile prevedere che i docenti che ricoprono tale incarico lavorino in équipe e in sintonia con il dirigente scolastico.
La delibera con la quale il collegio individua le funzioni potrebbe prevedere riunioni periodiche dell’équipe di lavoro formata dai docenti incaricati.
3. Come definire gli impegni e le attività da assegnare a ciascuna funzione-obiettivo ?
Il contratto di lavoro individua 4 aree di intervento:
– la gestione del piano dell’offerta formativa
– il sostegno al lavoro dei docenti
– gli interventi e i servizi per gli allievi
– la realizzazione di progetti formativi d’intesa con enti ed istituzioni esterni
Ma il contratto nazionale precisa anche molto chiaramente che si tratta di una indicazione di massima che gli organi collegiali della scuola, nella loro autonomia, possono liberamente adattare alle situazioni specifiche.
E’ invece necessario – ma come potrebbe essere altrimenti? – che gli incarichi siano del tutto congruenti con i contenuti del Piano.
4. Chi redige il Piano ?
A questa domanda non si può rispondere in modo rigido: dipende molto dalla storia di ogni singola scuola.
Una soluzione "ragionevole" sembra essere quella di affidare la stesura di una prima bozza di POF ad un gruppo di lavoro non troppo esteso ma rappresentativo dell’Istituzione scolastica; in una seconda fase la bozza può essere discussa all’interno dei diversi team docenti, nei consigli di classe o con i rappresentanti dei genitori e delgi studenti.
5. Chi approva il Piano ?
L’approvazione del POF spetta sia al collegio dei docenti (per gli aspetti più strettamente didattici) sia al Consiglio dell’Istituzione scolastica (per gli aspetti finanziari e organizzativi).
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