A scuola si deve tornare perché gli essere umani hanno bisogno di relazione altrimenti si ammalano oltre ad non imparare.
Questa proposta per il rientro a scuola è valida solo per le superiori e consentirebbe di non aumentare il corpo insegnante (già non si trova un corpo docente, adesso si pensa di poterlo raddoppiare) ed elimina la dad che non è efficace perché non tutti i ragazzi hanno il PC né uno spazio appropriato a casa per seguire la lezione, oltre al fatto che non ha lo stesso peso della didattica in presenza, mai.
Non si dovrebbe ridurre l’ora di lezione e i costi aggiuntivi consisterebbero in nuove assunzioni per il personale Ata e in quelli di igienizzazione delle aule.
Problema: si deve ridurre la densità dei ragazzi a scuola nello stesso intervallo di tempo, senza ulteriori costi come quelli sensatissimi di costruzione di nuovi edifici scolastici (o quelli cabarettistici di acquisto di banchi a rotelle). Risposta: se la scuola ha 10 classi, 5 andranno la mattina e 5 al pomeriggio.
Quindi ogni classe ha a disposizione due aule. Naturalmente si può prevedere una turnazione delle classi: per una settimana le prime 5 classi vanno a scuola la mattina e le seconde 5 classi il pomeriggio. Si potrebbe fare anche di mese in mese, ma sicuramente è più flessibile di settimana in settimana perché i ragazzi e il corpo insegnante di pomeriggio hanno una vita e devono specchiarla.
Quindi una classe di 28 ragazzi suddivisi in due aule (senza abbattere pareti, anche perché si spera che si ritorni presto in condizioni normali): in questo caso il distanziamento è possibile.
Nella prima aula mettiamo l’insegnante e 14 ragazzi e nella seconda aula i rimanenti 14 che seguono la lezione a distanza: la lezione verrà ripresa con un PC e proiettata nella seconda aula.
L’insegnante con una turnazione studiata deciderà come alternare i due gruppi in base al livello di rendimento, di attenzione e ad esigenze di interrogazione.
I ragazzi della seconda aula con un capogruppo sapranno gestirsi in questa situazione di emergenza e di rigore, anzi si favorirà il senso di responsabilità.
Lo stesso meccanismo può funzionare per l’università.
Per quanto riguarda i bambini delle scuole elementari e i ragazzi delle scuole medie, la situazione è molto più complessa perché non sono indipendenti negli spostamenti e le loro esigenze sono ancorate a quelle quelle famiglie. Quindi tutto deve rimanere uguale almeno dall’esterno.
Internamente si può pensare di raddoppiare le classi e quindi il corpo insegnante e gli spazi, ma almeno con numeri ben inferiori e quindi gestibili, sperando in un solo altro anno di covid.
In classe per tutti comunque si potrà stare senza mascherina perché il distanziamento sarà alto, si normalizzerà la qualità della vita e sembrerà che, almeno a scuola, il covid non sia mai arrivato.
Silvia Bastia
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