I lettori ci scrivono

Quale futuro per i nostri figli?

Negli ultimi anni le istanze dei giovani sono diventate sempre più complesse, impellenti, difficili da controllare, gestire, soddisfare e ciò impone un radicale rinnovamento delle strategie educative, ma, soprattutto, un dialogo e una collaborazione gioiosa e desiderata tra scuola, famiglia e società.

Alcuni studi sulla valutazione dei comportamenti a rischio tra gli adolescenti hanno, infatti, evidenziato un profondo senso di sfiducia nei confronti dell’ambiente sociale, una scarsa qualità della comunicazione con i genitori, l’assenza o la carenza di regole familiari rigide e un contesto poco attento che non li supporta e li destabilizza.

Sembra che oggi la maggior parte dei giovani viva tra le asprezze, le avversità e le tempeste di un mancato ordine morale e sociale che li avvolge e li minaccia paurosamente.

La giovinezza oltre ad essere un dono, un tempo dato ad ogni uomo e un bene dell’umanità stessa, è anche un’età molto delicata in cui ognuno deve guardare in una direzione nuova, rispondere agli interrogativi sul senso dell’esistenza e concepire un progetto concreto per il futuro. Ai genitori spetta il compito di illustrare ai figli la ricchezza del periodo che stanno vivendo e dare un peso e un valore specifico ai loro problemi fondamentali.

La vita dei ragazzi deve essere costellata da precipui e concreti impegni davanti ai genitori, ai docenti e alla società intera, che oltrepassino i confini del proprio io e contribuiscano allo sviluppo delle energie interiori, indispensabili per la formazione del giovane d’oggi e dell’uomo di domani.

Oggi più che mai in un mondo che è spesso senza luce e senza il coraggio di nobili ideali, i giovani hanno bisogno di rompere con i comodi, allegri, divertenti e abituali modi di vivere e trovare un compenso nella larghezza delle idee, nel cuore, nell’affetto, nella comprensione e, soprattutto, nella grandezza e nella fresca vitalità dell’educazioneche viene loro offerta.

La famiglia come autentico luogo d’incontro e specifico spazio educativo, deve, pertanto, contribuire alla costruzione di un progetto secondo il criterio del senso e del valore, ovvero, del graduale accumulo di tutto ciò che è vero, che è bello, che è buono: spirito di famiglia, intimità, amicizia, giustizia, stima reciproca, giusta libertà d’iniziativa ecc., guariscono tutti gli stati d’animo più complessi, difficili e problematici e creano quell’atmosfera di gioia che tende unicamente a preservare dal male.

Si tratta di impegnarsi in un dialogo aperto e sincero con i propri figli, esercitare tutti i controlli necessari,aiutarli ad occupare in modo piacevole e sanoil tempo libero, con lo scopo di favorire una soddisfacente distensione e dimensione ludico-ricreativa, che guarisce dalle ferite che la vita infligge, appaga la sete di libertà interiore e trasforma gli alti ideali in una confortevole e piacevole realtà.

Si può dire che nel mondo d’oggi e nelle famiglie manchi quel giusto equilibrio tra libertà e regole, tra flessibilità e inflessibilità, tra possibilità e rinuncia che determina le basi essenziali del comportamento e stabilisce il valore morale degli atti e delle azioni umane.

Ragione e affetto, clima di familiarità e interessamento per la formazione e per il bene dei giovani, sono i valori di fondo che dispongono alla confidenza reciproca dove il dovere può essere amato, l’ordine desiderato e le correzioni apprezzate.

Ciò che unisce genitori e figli e li rende parteci gli uni della vita degli altri è la comune accettazione dei valori, la preoccupazione educativa e gli influssi naturalmente buoni rinsaldati da profonde e sane abitudini che favoriscono la collaborazione attiva ed edificano il loro splendido avvenire.

La famiglia, pertanto, non è soltanto una comunità, essa è comunione di persone, comunione d’amore, importante scuola di partecipazione dove ciascun membro partecipa alla vita e all’umanità degli altri.

I giovani, prospettiva di incandescente luminosità, nella scuola della propria famiglia, devono essere chiamati a rendere testimonianza alla vita, a partecipare al grande e indispensabile sforzo di tutta la società per allontanare lo spettro di aspri e nudi numeri che certificano, come causa del disagio e dei comportamenti rischiosi, la mancanza di regole, di rigore, di guide efficaci e, soprattutto, la troppa e non ancora gestibile libertà.

Mai prima d’ora i giovani sono stati così esposti ai pericoli quanto oggi. Quale sarà il loro futuro in questo nuovo magnifico mondo?

Al giorno d’oggi trionfa la tecnologia e vengono utilizzati strumenti splendidi, ma tanto minacciosi e, in parte, responsabili del disorientamento odierno.

L’adolescente nella ricerca d’evasione dalla monotonia, dalla noiosa routine, dalle limitazioni di una vita che incomincia a rivelare i lati più duri, complice anche l’inesperienza e l’esuberanza, inciampa in quei formidabili diseducatori che, ormai, permeano il tessuto della nostra società e trasformano i cuori della gente.

La famiglia e la scuola hanno dunque una grande missione e una grande responsabilità: orientare, guidare, incanalare e valorizzare la ricchezza, le energie, gli ideali e l’entusiasmo della personalità giovanile nei suoi tratti irripetibili.

La giovinezza non appartiene a se stessi: essa appartiene al complesso di quello spazio che ogni uomo percorre nell’itinerario della sua vita e i genitori che portano il patrimonio di tante esperienze, che hanno sperimentato e sperimentano nella lotta, e i figli sono il poligono di questa lotta, che si svolge nell’uomo e per l’uomo, sono il punto chiave nella edificazione di un comune patrimonio di valori accolti e condivisi.

Le strade della giovinezza devono, perciò, incontrarsi con quelle della maturità affinché la vita possa essere costellata dalla forza della verità e da una rinascita della coscienza.

Fernando Mazzeo

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