“I ragazzi che faranno la maturità quest’anno sono sulle braci da due anni. Quindi parliamo con i nostri presidi, parliamo con le persone e decideremo. Non è una problema di giornali, è un problema di persone, ne discuteremo tutti e faremo il bene dei ragazzi e delle ragazze, che è avere un percorso di scuola compiuto, entro cui gli studenti possano essere anche in grado di riflettere su quanto è stato fatto in questi anni e quanto è accaduto”. Così il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi al convegno dell’Anp La scuola al centro del Paese, risponde alla domanda circa l’eventuale prova unica dell’Esame di maturità, richiesta da molti studenti.
Il ministro ringrazia Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi: “Quando picchia picchia forte, ma per il bene dei nostri ragazzi e ragazze”.
E nel fare il punto su quanto è stato fatto nei mesi scorsi, ricorda: “Bisogna usare tutti gli strumenti che la nostra epoca ci mette a disposizione. Noi usiamo gli strumenti, non sono gli strumenti a usare noi. Grazie a questi strumenti abbiamo potuto andare avanti durante la pandemia. Poi abbiamo fatto gli esami di maturità in presenza e sembrava impossibile. Abbiamo recuperato in estate e sembrava impossibile, sembrava impossibile fare i concorsi e sembrava impossibile persino il Green pass, invece lo abbiamo fatto”.
E ancora, sull’avvio della scuola in questo nuovo anno scolastico: “Dopo due mesi abbiamo situazioni difficili ma abbiamo le cose sotto controllo. In questo Paese abbiamo la tendenza a dire che andrà tutto male, ma io sono ottimista perché siamo in tanti che stiamo lavorando per affrontare i problemi uno alla volta, arrivando fino in fondo alle cose. Io voglio essere ostentatamente ottimista, non posso permettermi di essere pessimista, perché abbiamo troppi ragazzi e troppe famiglie che contano su di noi”.
Quindi Antonello Giannelli propone: si progetti una scuola all’insegna della flessibilità, con “classi che non siano legate all’età. Noi abbiamo elaborato una proposta di modifica all’autonomia perché la didattica integrata digitale diventi a pieno titolo uno strumento didattico di potenziamento, non un esorcismo contro la pandemia”.
“Il ministro dà ragione al presidente Anp, e sulla DaD puntualizza: “La DaD non è la peste, se non ci fosse stata la DaD l’alternativa sarebbe stata la chiusura. Noi siamo gente che impara. Ora dobbiamo fare un passo avanti nell’autonomia. Sono 20 anni che stagna”.
“Con il Mef abbiamo contrattato: l’organico rimane stabile fino al 2027 sebbene la popolazione scolastica sia in caduta. Quindi possiamo usare questi insegnanti per fare le operazioni di cui parla Antonello Giannelli. Non dobbiamo ridurre il numero di alunni per classe, dobbiamo fare le classi aperte. Tutti gli strumenti digitali servono come potenziamento dell’autonomia, su questo stiamo lavorando”.
“Noi nel nostro Paese abbiamo un problema di disuguaglianze che va affrontato. Partiamo dagli asili nido. E contro la dispersione abbiamo gli strumenti per recuperare chi si disperde”.
E sull’edilizia scolastica: “A novembre facciamo un bando di 5 miliardi, 3 dei quali abbiamo dato per mettere in sicurezza le scuole. Abbiamo dei problemi, li conosciamo, siamo intervenuti mettendo a disposizione fondi adeguati. Ma il vero problema è come sono fatte le classi. Non dobbiamo fare le scuole di prima ma dobbiamo rifare le classi per una scuola aperta, che abbia dei margini anche per i ragazzi con difficoltà. Oggi puoi pensare a delle cose e puoi realizzarle”.
Giannelli contesta: “Gli enti locali non riescono a gestire gli appalti con efficienza. Sia fatta una cabina di regia presso il Ministero dell’Istruzione che monitori il lavoro degli enti locali”.
Il Ministro precisa: “Noi stiamo lavorando a un bando nazionale di progettazione cui possano partecipare grandi architetti. Quindi non solo monitoreremo i Comuni ma li stimoleremo verso una progettualità di altissimo livello sull’edilizia scolastica”.
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