Sia Italo Calvino che Gianni Rodari si sono confrontati con il genere fiabesco, ognuno a modo proprio (VAI AL CORSO). Tutti e due gli autori novecenteschi possono essere considerati dei teorici della fiaba, genere da loro amato, riscoperto e arricchito.
Nel 1956 Calvino ha pubblicato “Fiabe Italiane”, una raccolta di duecento fiabe popolari tradotte dai dialetti delle varie regioni italiane. Inoltre l’autore ha esposto il suo pensiero a proposito degli aspetti strutturali della fiaba e della “logica essenziale” che la caratterizza. Per lui le fiabe possono essere considerate “il catalogo dei destini che possono darsi a un uomo e a una donna”.
Anche Gianni Rodari è stato un teorico della fiaba, avvicinandosi al pensiero dello studioso russo Vladimir Propp, autore di “Morfologia della Fiaba”. Rodari si è sempre posto come amante del genere, per lui essenziale per la formazione “di una mente aperta in tutte le direzioni del possibile”.
Risulta molto interessante, per gli studiosi della fiaba e non, concentrarsi sulle opere di Calvino e Rodari e sul loro diverso e originale approccio agli studi sul tema.
Il corso
Il corso La fiaba in Calvino e Rodari, a cura di Mariarosa Rossitto, è in programma a partire dal 5 luglio, dedicato a docenti di ogni ordine e grado.
Obiettivi del corso
- Fornire un approfondimento su Rodari e Calvino
- Fornire suggerimenti e spunti di lavoro per elaborare in classe dei percorsi sulla fiaba, sia nella scuola primaria che nella secondaria di I grado
- Presentare alcuni meccanismi narrativi, utili nella progettazione di attività di scrittura creativa
Mappatura delle competenze
- Approfondire la conoscenza di Rodari e Calvino, in rapporto al genere fiabesco
- Progettare dei percorsi didattici sulla fiaba classica e sulla fiaba moderna
- Progettare delle attività di scrittura creativa sfruttando in particolare le tecniche presentate in Grammatica della fantasia