La lingua italiana non è più quella di una volta. E’ quello che che viene da pensare dopo il polverone alzato dai 600 docenti universitari che lamentano la scarsa conoscenza della lingua fra gli studenti.
Il problema non riguarda certo solo gli studenti, ma sicuramente un deficit della lingua italiana coinvolge una buona fetta di loro.
Ma quali sono gli errori (orrori a volte direbbe qualche prof) più frequenti? Sul sito Libreriamo.it ecco un elenco ben dettagliato.
L’apostrofo, sembra essere il re degli errori grammaticali con il (71%). Ma quando si mette? Semplice, con tutte le parole femminili: un’amica sì, un amico no. E quindi apostrofo? Si tratta di elisione: non si può dire lo apostrofo, diventa quindi l’apostrofo. Infine c’è anche il troncamento: un po’ vuole l’apostrofo, perché si tratta del troncamento della parola ‘poco’.
Un altro degli errori più comuni commessi dagli italiani è Qual èo qual’è?(67%). In questo caso l’apostrofo ci vuole oppure no? Assolutamente no. Qual è si scrive senza. Sempre.
L’uso del congiuntivo (65%), è un’altra vera bestia nera di moltissimi studenti e non. “L’importante è che hai superato l’esame”, seppur molto usata questa è una formula grammaticale scorretta perché in questo caso bisogna usare il congiuntivo: “L’importante è che tu abbia superato l’esame”, è la versione corretta della frase precedente.
Anche Gli e le (58%) e gli altri pronomi in generale sono un altro grande errore commesso di frequente: “Gli ho detto che era molto bella”. In questo caso, riferendoci ad una persona di sesso femminile, bisogna usare il pronome “le”: “Le ho detto che era molto bella”.
In questo elenco non manca certo il “pò” con accento (54%), così forte e diffuso come utilizzo, quanto sbagliato, dato che la grafia corretta è “un po’ ” con l’apostrofo, perché la forma è il risultato di un troncamento.
C o Q? Per il 51%, sempre in base a quanto riporta il sito Libreriamo.it, si tratta di un classico errore che i più distratti si portano dietro dalle elementari. Se nella lingua parlata l’errore non si nota, è nello scritto che s’incappa nell’errore, per cui si scriveerroneamente “evaquare” al posto di “evacuare”.
Anche se meno frequente rispetto ai precedenti, anche E o ed? A o ad? (47%), fa parte degli errori più comuni. Ricordiamo che l’aggiunta della ‘d’ eufonica deve essere fatta solo nel caso in cui la parola che segue cominci con una vocale. Quindi: vado ad Amburgo; Era felice ed entusiasta.
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