Daniela Lucangeli, neuroscienziata, docente di psicologia dello sviluppo all’Università di Padova, e il regista di teatro Luca Vullo, firmano il libro “Il corpo è docente. Sguardo, ascolto, gesti, contatto: la comunicazione non verbale a scuola”, edito da Erickson, corredato da singolari vignette, esplicative, realizzate da Francesco Chiacchio.
Due firme ineffabili per raccontare, l’una dal punto di vista delle neuroscienza e l’altro dal punto di vista del teatro, la funzione determinante che può avere la gestualità nell’insegnamento. Da qui appunto anche il titolo, perché il linguaggio del corpo è altrettanto importante come quello verbale, con qualche funzione in più talvolta quando deve comunicare sensazioni o stati d’animo particolari usando “espressioni del viso, movimenti delle mani, posture, tono, timbro e ritmo della voce, prossemica e contatto fisico”.
Il corpo e la voce, insomma, in sintonia, come al teatro, dove a ogni gesto dell’attore, corrisponde un messaggio allo spettatore che in questo modo già si prefigura l’accadimento successivo. Anche le vignette nel libro hanno tale valore esplicativo dal momento che il testo è per lo più diretto agli insegnanti delle scuole primarie, benché, crediamo, la sua lettura non faccia male, anzi, può essere di enorme aiuto ai docenti delle secondarie di primo e di secondo grado. La scuola infatti deve trovare ogni strategia possibile per interessare, coinvolgere, attirare l’attenzione e perfino divertire.
Il libro fra l’altro parte sempre da situazioni reali in cui un insegnante quasi giornalmente si imbatte, valga per tutti come mantenere viva l’attenzione degli alunni, come organizzare lezioni interessanti, come sfruttare l’intelligenza emotiva per gestire il clima in classe. Il linguaggio del corpo e del gesto, lasciandosi guidare dalle emozioni positive.
Strutturato in otto capitoli, alla conclusione di ciascuno vengono proposti dei problemi con le relative soluzioni e degli esercizi pratici che possono aiutare docenti e alunni, mentre le vignette sostengono meglio la situazione che si è creata.
E così si passa dal “Contatto visivo e della capacità di osservare”, alla rieducazione dell’Ascolto, dalla “Voce come strumento musicale”, al “Potere magico della mani”, (“le nostre mani possono diventare delle bacchette magiche perfette per attirare l’attenzione di chi abbiamo di fronte e per rendere più delicato l’assorbimento del messaggio finale che vogliamo comunicare”), dalla gestualità all’intelligenza emotiva, dal trasformare la classe in teatro all’invito ai docenti a considerare gli alunni esseri pensanti che non vanno annoiati: “se non c’è connessione diretta con gli alunni, le parole si trasformano in foglie autunnali prive di vita e spazzate via dal vento”, mentre “l’ascolto ci fa entrare in risonanza con l’universo”, cosicché ogni docente può diventare “alleato del bambino contro l’errore.”
Si tratta insomma, di “una guida che spiega nel dettaglio, con esempi e suggerimenti pratici, l’importanza della comunicazione non verbale a scuola. Imparando come padroneggiare espressioni del viso, gestualità, tono e timbro della voce, prossemica, trasformando il codice non verbale e paraverbale nella migliore risorsa comunicativa”.
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