“Il disagio si manifesta spesso all’inizio dell’anno scolastico. In particolare quando si cambia ciclo: dunque in prima elementare, prima media o prima superiore. Il mal di scuola è un disagio molto studiato negli ultimi 30 anni. Ormai anche i genitori sanno che, quando il bambino presenta dei sintomi particolari, come un mal di pancia che va e viene, un dolore alla testa intermittente, inappetenza e difficoltà a prendere sonno, spesso dietro c’è un disagio legato al mal di scuola. La paura, che è all’origine del problema, provoca al bambino uno stress consolidato, che nel tempo apre la strada alla comparsa dei sintomi” fisici, continua il pediatra.
Ma esistono dei campanelli d’allarme per i genitori, “degli improvvisi cambiamenti nel comportamento del bambino, che possono indicare la presenza di un problema e la necessità di un intervento” in grado di ‘disinnescare’ il mal di scuola all’origine.
“Bisogna fare particolare attenzione a ogni cambio di ciclo e all’inizio dell’anno scolastico. Ogni cambiamento nell’atteggiamento del bambino non deve essere trascurato, anche se sembra che sia in meglio. In genere, infatti, le femmine reagiscono alla paura della scuola impegnandosi di più. Questo vuol dire che studiano parecchio, anche troppo, per arrivare preparate al meglio e vincere così il timore di verifiche e interrogazioni”. Un atteggiamento da secchiona che non deve essere sottovalutato da mamma e papà: l’eccessivo impegno crea aspettative elevatissime, e anche una piccola delusione rischia di mandare in crisi la bambina o il bambino.”
“I maschi, invece, a seconda del carattere tendono a reagire alla paura diventando prepotenti, o chiudendosi in se stessi”.
I primi, in genere più estroversi, appaiono “irritabili, nervosi e iperattivi o aggressivi nei confronti dei coetanei, e iniziano a rispondere ai genitori”.
I secondi, invece, di solito più introversi, spesso si isolano e si chiudono in casa, finendo per diventare dei ‘reclusi’, inavvicinabili per tutti e molto silenziosi. E a volte si buttano sui libri, ma meno spesso rispetto alle coetanee.
“Ebbene, bisogna riflettere sul fatto che non esiste un bimbo cattivo, ma un bambino con un disagio, che deve essere tranquillizzato e aiutato. Certo i sintomi del mal di scuola possono non essere così netti. Ma in ogni caso è bene seguire in modo attento il bambino, specie nelle prime fasi dell’anno scolastico, e aiutarlo a confidarsi e ad aprirsi. Il dialogo e il confronto sono potenti antidoti alla paura. E un intervento precoce – conclude – può disinnescare lo stress che, alla lunga, porterà a galla i classici disturbi”.
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