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“Quando il bullismo entra in classe”

In occasione dell’ottantesimo anniversario della sua fondazione, la Casa editrice D’Anna ha promosso un’indagine sul dilagante fenomeno del bullismo nelle scuole italiane, con particolare riferimento agli istituti di istruzione secondaria di II grado. I risultati di questa indagine, affidata all’Ispo, saranno resi noti durante un incontro (nel quale verrà anche presentato il volume “Casa editrice G. D’Anna. Persone, storie, luoghi in ottant’anni di editoria”) organizzato il 17 novembre a Firenze, presso la Biblioteca degli Uffizi.
Il sondaggio – effettuato su un campione di mille ragazzi, di età compresa tra i 14 e i 18 anni, proporzionale alla distribuzione della popolazione studentesca residente in Italia con riferimento all’area geografica, all’ampiezza demografica del Comune di residenza e al tipo di scuola frequentata – poneva una serie di interrogativi su quanto sono diffusi i comportamenti del ‘bullo’ nelle scuole superiori italiane, su quali sono le reazioni dei ragazzi nei confronti di questo fenomeno, su quanto è percepita la gravità del problema.
I risultati sono allarmanti: infatti, se quasi tutti i ragazzi riconoscono come “molto grave” toccare o provocare sessualmente un ragazzo o una ragazza contro la sua volontà, circa il 50% degli alunni intervistati pensa che non sia grave prendere in giro un coetaneo ripetutamente e con cattiveria.
Pochi dubbi anche sull’ampiezza del fenomeno: tre intervistati su quattro dichiarano di essere stati vittime o spettatori di insulti e “scherzi” sgradevoli da parte di un gruppo di compagni. Sono molti anche coloro che subiscono o sono testimoni di altre forme di bullismo ancora più pesanti, come aggressioni fisiche o minacce.
 
Andrea Toscano

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