Home Politica scolastica Quando il Pd parlava di scuola giusta e non di buona scuola

Quando il Pd parlava di scuola giusta e non di buona scuola

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Il documento iniziava facendo la seguente premessa: “Dopo i tagli degli ultimi 5 anni e le riforme sbagliate o contraddittorie, dobbiamo restituire all’istruzione risorse, stabilità, fiducia. Se c’è un settore per il quale è giusto che altri ambiti della spesa statale rinuncino a qualcosa, è quello della formazione dei nostri giovani: la scuola, l’Università, la ricerca. L’istruzione e la ricerca sono gli strumenti più importanti per assicurare la dignità del lavoro, combattere le disuguaglianze, dare forza e prospettiva allo sviluppo. Scuola e università sono i luoghi della nuova questione sociale: oggi solo il 10% dei giovani italiani con il padre non diplomato riesce a laurearsi, mentre sono il 40% in Gran Bretagna, il 35% in Francia, il 33% in Spagna. Non c’è democrazia senza istruzione. La scuola è un bene comune, che oggi ha bisogno di cura e di un impegno collettivo per restituirle il giusto rango Costituzionale che le spetta. Dobbiamo affrontare da subito alcune vere e proprie emergenze”. Finendo per elencare alcuni punti programmatici fondamentali:

1. Riportare gli studenti all’Università: più borse di studio, meno tasse.

2. No a finanziamento pubblico alle università telematiche

3. Stabilità è sinonimo di qualità. Assegnare ad ogni scuola una dotazione di personale stabile. Collocare il personale nelle graduatorie ad esaurimento al massimo in 5 anni

4. Contratto unico di ricerca, con standard retributivi certi e diritti assistenziali e previdenziali. No ai dottorati senza borsa

5. Piano straordinario di 7,5 miliardi in 3 anni per mettere in sicurezza gli edifici scolastici

6. Piano triennale per aumentare gli asili nido con l’obiettivo di coprire il 33% dei posti e con un Fondo statale di 350 milioni di euro in 3 anni

7. Aumentare gli investimenti pubblici, ripristinare almeno le risorse del Fondo di Finanziamento Ordinario del 2012.

8. Dimezzare l’abbandono scolastico entro il 2020, con formazione ai docenti, nuove tecnologie, scuole aperte tutto il giorno e rilancio dell’istruzione tecnica

9. Autonomia e semplificazione per il governo della scuola.