Ogni anno va sempre peggio. Biglietti aereo astronomici in prossimità delle feste rendono il ritorno a casa per migliaia di docenti un’odissea.
Passare le vacanze in famiglia è un lusso, con l’aggravante che il volo è l’unica alternativa percorribile perché l’alta velocità dei treni si è fermata a metà (o quasi). Non è un novità che tornare a casa a Natale sia un salasso e le tariffe siciliane, ma anche di altre regioni, sia astronomiche.
La tratta Torino-Catania (a/r) può costare più di 400 euro, quella Roma-Catania quasi 500, addirittura 600 (più di un volo Milano-New York) la tratta Milano-Reggio Calabria.
Una situazione che non solo rende difficile il ritorno a casa dei pendolari, ma anche lo stesso turismo. Solo se si è prenotato con largo anticipo, il costo del biglietto non è proibitivo. Ma spesso non basta neanche muoversi mesi prima.
Nelle ultime settimane i social network sono pieni di commenti di meridionali che, avendo trovato lavoro in città del nord Italia, vorrebbero rientrare in aereo per una-due settimane di vacanze da trascorrere in famiglia e con gli amici di sempre ma per un biglietto andata e ritorno spesso sono costretti a sborsare, “la metà dello stipendio”.
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