Bestemmie, insulti a sfondo sessuale, scurrilità e molto altro. Questa l’eroica impresa di ragazzi delle superiori che svillaneggiano e mortificano la loro docente totalmente imbelle.
Forse per paura di reazioni violente dei ragazzi o dei loro genitori? Forse per non dare grattacapi al dirigente? Forse perché si tratta di una “semplice” supplenza? Forse per un carattere schivo e remissivo dell’insegnante?
O più semplicemente per un po’ di tutte queste cose?
Sta di fatto che i ragazzi riprendono tutta la scena, si fanno forti, si sentono “branco”, mentre la docente è sola, proprio come lo sono tutti gli insegnanti quando sono in classe.
I ragazzi non trovano un limite e il loro filmato sembra chiedere se mai qualcuno glielo porrà, perché una cosa è certa: una volta usciti dalla scuola, ci sarà il mondo degli adulti che li attenderà a fauci spalancate per sbranarli ineducati così come sono. Il risultato globale conterà sul campo solo delle vittime: insegnanti scoppiati e giovani disagiati.
I tempi sono davvero cambiati: una volta il docente era stimato, apprezzato, persino benvoluto. Oggi siamo alle botte da parte dei genitori e agli insulti e le bestemmie dei ragazzi.
Nessuno può certamente chiamarsi fuori da questo quadro disarmante: la politica, innanzitutto, che negli ultimi 45 anni ha assestato colpi a entrambe le due agenzie educative (famiglia e scuola), responsabili della crescita e dell’acculturamento dei nostri ragazzi.
Le riforme previdenziali hanno trasformato lo scenario precipitandoci da un eccesso all’altro. Dalle baby-pensioni eccoci ai 68 anni di anzianità, senza nemmeno un preventivo controllo sulla salute della categoria professionale dei docenti. E le malattie professionali che si contraggono in cattedra sono patologie psichiatriche (5 volte superiori alle disfonie croniche) e oncologiche.
Ma i Governi che si sono succeduti hanno fatto orecchie da mercante, trincerandosi dietro i luoghi comuni (un lavoro a mezzo tempo con molte, anzi troppe, vacanze). Istituzioni che hanno per giunta varato un D.L. (81/2008) a tutela della salute degli insegnanti ma si sono guardati bene dal finanziarlo, così come non hanno specificato che cosa significhi la prevenzione dello Stress Lavoro Correlato, né tantomeno operato controlli per verificare, se e come, è attuata nelle diverse scuole.
Più di due parole di biasimo le merita infine l’attuale Esecutivo. L’impegno profuso a danneggiare ulteriormente Famiglia e Scuola ha travalicato ogni limite.
A questo punto dobbiamo chiederci dove intenda andare a parare questo Governo, dopo aver reciso le radici alla società. Ma subito dopo urge predisporre una risposta adeguata: almeno uguale e contraria per incisività, efficacia e impegno.
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