Quando la buona educazione viene prima della buona scuola

Gentile Onorevole Fassina, sono un insegnante di ruolo che in occasione della manifestazione organizzata dai sindacati a Roma il 18 aprile, in Piazza Santi Apostoli, ha assistito al violento diverbio che ha avuto con alcuni colleghi e colleghe. Lo spettacolo non è stato dei più esaltanti, perchè vedere colleghi ed educatori che aggrediscono un nostro rappresentante non è mai bello. Anche se devo confessarle, visti i provvedimenti in gioco sulla scuola e la loro natura priva di qualsiasi razionalità e rispetto per chi nella scuola lavora quotidianamente al meglio consentito, mi sono trovato a pensare a mia volta “Un pò però va detto che l’onorevole Fassina se l’è cercata”.

Tuttavia ho colto due aspetti che mi hanno fatto riflettere: il primo è che nei confronti di chi la contestava in modo affatto garbato Lei non ha mai perso la calma, ed è rimasto ad ascoltare anche quando sembrava che la Sua incolumità fisica potesse essere messa a repentaglio; il secondo aspetto riguarda il Suo agire nel luogo delle decisioni dopo la manifestazione, in Parlamento. Personalmente ho apprezzato che si sia immediatamente attivato per trasportare nelle segrete stanze quanto Lei ha avuto modo di respirare in piazza Santi Apostoli. Infine ho apprezzato, e non credo di essere stato il solo, il fatto che abbia ricordato al ministro Giannini che agli insegnanti, a noi insegnanti, non ci si può rivolgere con il tono e le parole utilizzate in seguito alle contestazioni subite alla festa dell’unità di Bologna. Per quel che mi riguarda, la Sua è stata una lezione di stile dalla quale il ministro Giannini avrebbe solo da imparare. Grazie.

Vista la Sua disponibilità all’ascolto, se Le è possibile, vorrei ora farLe una proposta: perchè non programmiamo un incontro tra Lei ed un gruppo di insegnanti che vorrebbero comunicarLe personalmente le proprie preoccupazioni, e magari avviare la ricerca di percorsi diversi da quelli prospettati per la costruzione di una scuola buona ed anche giusta? Potrebbe essere l’occasione, forse l’ultima concessaci, per riannodare i fili di un dialogo tra voi che ci rappresentate e noi lavoratori della scuola che allo stato attuale non ci sentiamo nè rispettati nè rappresentati. Se per Lei andasse bene, si potrebbe magari fare per un fine settimana.

Consideri che io personalmente, e chi avrebbe piacere di incontrarla, per lo più abitiamo e lavoriamo lontani da Roma, fatto questo che ci impone di chiederLe la disponibilità per un giorno del fine settimana, forse anche il prossimo, se per Lei andasse bene. Che ne dice? Pensa sia fattibile? Resto in attesa di una Sua risposta.  

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