Nasir è il nome di fantasia dato a un bambino di famiglia bengalese, il quale, entrando a scuola tre anni fa, non conosceva l’italiano, era molto timido, comprensibilmente disorientato e anche un po’ intimidito di fronte al nuovo ambiente e alla nuova realtà. La scuola, capendo le sue difficoltà, e nonostante fosse più grande dei suoi futuri compagni, lo assegnò alla seconda classe dell’istruzione primaria. Tuttavia Nasir, col passare del tempo, seppe dimostrare non solo una grande capacità di adattamento, ambientandosi bene, ma anche una notevole intelligenze: “È un genio”, dicevano le maestre.
E il ragazzo in effetti aveva soprattutto una particolare inclinazione per la matematica, di meno per le altre discipline, ma più che sufficienti per diventare il più bravo di tutti anche in quelle, tanto che a fine anno le maestre hanno deciso di fargli saltare una classe e di portarlo direttamente in quarta, poi in quinta «ma potrebbe benissimo fare la terza media», sostenevano le insegnanti.
Dunque un avvenire scolastico brillante per il giovane bengalese, se non fosse intervenuto il Covid-19 con l’obbligo di chiudere le scuole e di implementare la didattica a distanza.
E così dall’oggi al domani il ragazzo si è ritrovato bloccato in casa, senza un pc per partecipare alle lezioni online, isolato dai suoi compagni e dunque di nuovo smarrito senza la scuola e senza le sue maestre.
Dunque nel volgere di qualche mese, le maestre, quando hanno potuto contattare Nasir, hanno notato che è regredito, è di nuovo confuso e stava persino dimenticando l’italiano.
Con l’arrivo dei computer del ministero, e altri offerti dagli abitanti del quartiere, Nasir ora può partecipare alle lezioni come tutti gli altri suoi compagni, cosicchè possa riprendersi e chissà un giorno ricambiare col suo “genio” questo investimento dell’Italia nei suoi confronti.
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