Il caso esplode in una scuola della provincia di Reggio Calabria, scuola dove il Ds avrebbe preso di mira una docente sua ex vicepreside. Il problema è stato sottoposto all’USR Calabria.
La docente è di quelle che il titolo di professoressa lo hanno sudato e meritato, ha un curriculum veramente brillante ed è nota come una professionista di altissimo livello. Eppure evidentemente non è sufficiente per potere passare il suo ultimo anno di carriera senza ricevere in continuazione, così ci comunica la stessa docente, riservate di vario tenore da parte del suo dirigente scolastico. Molte le azioni che il Ds avrebbe compiuto ai danni della docente che più di una volta, si è sentita male durante il servizio a scuola finendo al pronto soccorso. E il Ds, questa estate, l’ha deferita, alla Commissione medica di Verifica (catanzarese, nemmeno reggina!) definendola “persona handicappata”.
La docente ci ha fornito un ricco e particolareggiato dossier di tutti i contenziosi che da due anni a questa parte, cioè da quando si è dimessa dall’incarico di vicaria e da ogni altro incarico di collaborazione con la Dirigenza, ha dovuto subire da parte del suo dirigente scolastico.
La docente ha ricevuto dal Ds anche due Contestazioni di addebito – di cui una in prossimità di ferragosto 2015 – poi archiviate e fatte cadere nel vuoto senza concedere l’accesso agli Atti nemmeno dopo che la docente ha fatto ricorso alla DICA – il Dipartimento per il Coordinamento Amministrativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri – ricevendone parere favorevole.
Tra le tante azioni che il Ds ha messo in atto contro la docente, è risultata veramente singolare una richiesta fatta dal Ds all’INPS di Reggio Calabria. Infatti il dirigente scolastico nell’anno scolastico 2015-2016 scrive all’INPS, per ben due volte, il 28 settembre 2015 e il 27 maggio 2016, e chiede i verbali integrali relativi all’art.21 legge 104/92 di cui la docente è in possesso dal dicembre 2012. Nella richiesta di settembre 2015 il DS fa espresso riferimento alla “mobilità del personale docente” e dichiara, all’INPS, “di dover procedere con urgenza alla verifica relativa alla eventuale compatibilità delle patologie dichiarate e riconosciute con l’esercizio della funzione professionale alla docente in oggetto segnata”. L’INPS non risponde nemmeno. Il Ds insiste con la richiesta del 27 maggio 2016, in cui accusa di omissione il succitato Ente pubblico, e lamenta di non potere, causa silenzio INPS, “definire un percorso di tutela degli studenti e delle loro famiglie che chiedono l’adozione di provvedimenti nei riguardi della docente indicata”.
Poteva il Ds fare all’INPS una richiesta di questo genere? Evidentemente non poteva farlo come lo stesso Istituto di Previdenza Sociale scrive in risposta all’insistenza del Ds: “L’INPS rigetta la richiesta in quanto illegittima e lesiva della legge 196”.
In buona sostanza il Ds ha tentato di ottenere delle informazioni protette dal diritto alla privacy, facendo per ben due volte delle richieste illegittime al fine di arrecare danno professionale alla docente.
Adesso la docente assistita dagli uffici legali della Flc Cgil di Reggio Calabria , ha chiesto l’autorevole intervento del Direttore Generale dell’USR Calabria per mettere fine a quello che la stessa docente definisce uno stillicidio mirato ad annientare la professionalità di una docente nell’esercizio delle sue funzioni e di una donna che reclama i suoi diritti di lavoratrice.
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