Nella gran maggioranza degli Usa la scrittura manoscritta potrà essere sostituita da un qualsiasi word processor considerato che i nativi digitali di oggi fanno ormai a meno della penna per prendere appunti o per comunicare.
E infatti, scrive Il Sole 24 Ore, i bimbi sono ormai abituati a scrivere su una tastiera, sia essa di un telefonino, di un pc o quella virtuale del tablet.
«Una minima parte della popolazione adulta utilizza il corsivo per la scrittura quotidiana – afferma Morgan Polikoff, professore di didattica alla University of Southern California al New York Times -. La maggior parte della nostra comunicazione avviene mediante una tastiera e quindi appare ormai superfluo l’insegnamento di un doppio sistema di scrittura».
E infatti i fautori estremi di questa tecnica digitale sottolineano come il corsivo sia ormai per i bimbi una lingua straniera, utilizzato per una cosa sola: la firma.
E così si sono aperti, come di consueto, i dibattiti fomentati da parte dei tradizionalisti, che si rivoltano all’idea di abbandonare da subito la scrittura manuale.
In ogni caso, scrive sempre Il Sole, si sono così moltiplicati gli studi scientifici che ne hanno corroborato il ruolo. All’Università della Florida un’equipe ha stabilito una forte correlazione tra l’apprendimento precoce della scrittura e la riuscita scolastica: «La scrittura manuale appare associata alla capacità di autocontrollarsi, di frenare le proprie emozioni e di memorizzare il lavoro svolto»
All’Università dell’Indiana si è concluso, sulla base dell’esame dell’attività cerebrale attraverso la risonanza magnetica, che i bambini riescono a memorizzare maggiormente le parole quando le scrivono a mano piuttosto che con la tastiera: «È come se l’attività cerebrale rafforzasse il processo visivo».
Ma anche l’elettronica fa ricorso, accanto alla tastiera, all’uso della penna sugli schermi touch. «Il vero fattore che aiuta la memorizzazione con la scrittura è la presenza di punti di riferimento. Così succede anche nella lettura dove gli angoli del foglio e i margini del libro cartaceo aiutano il processo di fissazione nella memoria, mentre nella gestualità liquida dei libri digitali si perde questo fattore». In ogni caso la tecnologia digitale modifica il paradigma dell’apprendimento, a partire dalle animazioni multimediali che aumentano la potenza in termini di apprendimento: «Il vero fattore innovativo è la multicodicalità, la presenza di diversi codici integrati nel testo, al posto del semplice codice scritto e lineare», mentre il digitale rappresenta un’enorme opportunità per aprire la scuola al mondo: «La scuola deve formalizzare ciò che è già una pratica esterna» e la tecnologia stessa costringa a concentrarsi sulla capacità comunicativa della scrittura e come i ragazzi, oggi più che mai, scrivono per comunicare.
A livello storico la scuola ha fatto coincidere due aspetti della scrittura: da una parte l’atto manuale del lasciare dei segni che permettono la comunicazione, la calligrafia, e dall’altra la capacità di elaborare dei testi complessi. Quest’ultima competenza, che entra nel profondo della struttura della comunicazione, va oltre alla semplice composizione di un tema.
«Eppure oggi i ragazzi comunicano in forma scritta, via mail, sms o social network, senza contare uno strumento come il wiki che permette di condividere uno stesso spazio di scrittura: saranno anche forma basiche, ma possiamo ripartire da qui per riformulare la didattica. Senza fermarsi solo a denunciare che i ragazzi non sanno scrivere!»
L’atto manuale della scrittura appare così destinato a una seconda vita alla luce del digitale. «Nel solco della tradizione orientale, la calligrafia può diventare arte, capacità di elaborare segni che abbiano un valore estetico, utilizzando un mix di saperi che integra diverse discipline per trasformare il segno in un elemento distintivo personale». La forma della lettera caratteristica della scrittura si evolverebbe così in segni digitali che si associano a suoni, immagini e animazioni. Anche per quanto riguarda la scrittura la tecnologia contribuirà ad aprire la scuola al mondo.
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