Tantissimi docenti precari, ma anche di ruolo, di Catania, Messina ed in parte Enna non potranno godere delle 150 ore di permesso per il diritto allo studio relativo alla frequentazione del corso Tfa sostegno, previste dal contratto integrativo regionale.
L’Usr regionale ha stabilito che entro il 24 gennaio bisognava fare la domanda in cui si doveva dichiarare di essere inclusi nella graduatoria definitiva degli idonei stilata dalle Università di riferimento dopo avere fatto le prove preselettive. Un termine fuori luogo perché il 24 gennaio i docenti non sapevano ancora se avevano superato le prove preselettive.
A Catania, per esempio, la graduatoria provvisoria del Tfa sostegno infanzia è stata pubblicata dall’Università solo il 28 gennaio. E del resto l’Usr Catania (che segue le direttive di Palermo) non ha neppure pensato di concedere una domanda con riserva.
Qualche docente ha ritenuto di fare questo, di sua iniziativa. Molti altri invece, non appena hanno appreso di figurare tra gli ammessi nella graduatoria provvisoria hanno inoltrato domanda sperando che la logica delle cose avesse il sopravvento. Ed invece il 3 febbraio l’Usr Catania ha pubblicato l’elenco degli assegnatari del permesso per il diritto allo studio e sono tantissimi gli esclusi (non solo per l’infanzia ma di ogni ordine e grado) con la motivazione che il termine era il 24 gennaio e quindi non c’è il requisito.
Una vicenda grottesca che però non riguarda Palermo perché lì, guarda caso, l’Università ha già iniziato le lezioni del corso Tfa e quindi tutti hanno potuto beneficiare entro il 24 gennaio del permesso per il diritto allo studio.
A questo punto tutti i docenti precari esclusi, se vorranno frequentare il Tfa dovranno dimettersi dalle scuole dove svolgono supplenza perdendo punteggio e stipendio. Altrimenti non saranno giustificati ad assentarsi da scuola.
A meno che il corso Tfa si debba frequentare i pomeriggi ed i sabati, ma anche in quel caso non tutti potrebbero frequentare. Per immatricolarsi al corso Tfa di Catania c’è tempo sino al 12 febbraio.
In questa vicenda si evince la mancanza di dialogo tra Usr regionale e Università, sulle spalle purtroppo di chi vuole solo specializzarsi per lavorare.
I docenti, che non hanno alcuna colpa, chiedono a questo punto una nuova finestra per permettere a tutti di godere del permesso per il diritto allo studio. Il tempo però stringe. Si attende un ravvedimento entro la prossima settimana.