Negli anni settanta del secolo scorso si era verificato un boom delle iscrizioni nei tecnici e professionali con le numerose sperimentazioni. Conseguenzialmente sorgevano nuovi istituti mentre si registrava una contrazione dell’organico in alcune discipline. Ma, nel complesso, i docenti perdenti il posto trovavano una sistemazione. E, poiché essi andavano utilizzati ancor prima delle operazioni di trasferimento (e non c’era ancora la legge 104, varata nel ’92 ),”perdere il posto” finiva per essere considerato un vantaggioso privilegio. Ben diversa è la situazione attuale.
E i malcapitati lo sanno bene! Così come lo sanno gli sfortunati della “quota 96”. Anche su questi “dettagli” non sarebbe male una riflessione del Consiglio dei Ministri che il 29 agosto dovrà avviare l’ennesima riforma della Scuola. E non sono questioni marginali che riguardano gli interessi della categoria degli insegnanti. Sono interessi che riguardano le famiglie che vogliono una Scuola con personale aggiornato, motivato e felice di esserlo.