Sono una docente precaria, reduce dal recentissimo concorso ordinario con le 50 domande a risposta multipla, ormai 20 giorni fa.
20 giorni nei quali avrei potuto preparare l’orale, fare progetti, prendere impegni, e invece mi trovo come al solito a passare le giornate a controllare il sito dell’ufficio scolastico regionale per sapere se, come e quando potrò concludere questo concorso. Immagino sarebbe stato troppo faticoso decidere entrambe le date delle prove (scritto e orale), far iniziare il concorso solo dopo aver predisposto tutte le commissioni.
Troppo complicato.
È cosi difficile capire che tutti noi abbiamo una vita, che siamo costretti a mettere in stand-by a causa di queste lungaggini? Interventi prenotati e rimandati, figli, colleghe che sono in stato di gravidanza, senza considerare la sempre presente spada di Damocle della situazione Covid.
Oggi sull’albo pretorio dell’ufficio scolastico della Regione Sardegna è comparsa una circolare che invita a non chiedere ulteriori info sull’orale, che riceveremo la comunicazione, quando ovviamente non è dato sapere. Nel frattempo mio marito deve subire un intervento complesso che continua a rimandare, perché abbiamo tre bambini e con tutta probabilità il mio orale, come lo scritto, sarà a 240 kilometri di distanza.
Penso di parlare a nome di tutti i colleghi chiedendo di smettere di essere trattati come numeri, siamo persone, madri, padri, figli, educatori.
E purtroppo sempre più umiliati.
Lettera firmata
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